Il dottor Egidio Guarnacci, laureato in doblete

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Via Tuscolana incrocio viale Giulio Agricola, Roma. Il suo regno (e la prima farmacia) è raccolto in questo spicchio del Municipio VII, fino a via Flaminia dove il dottor Egidio Guarnacci apriri la sua farmacia restandoci fino alla pensione. La Capitale, certo, ma Firenze e la Fiorentina per quello che all’anagrafe è Dino Biagio, è stata un crocevia importante. Di redenzione, considerato che i giallorossi lo scaricano nel 1963, pensando che la rottura del menisco ne avesse compromesso la carriera, mandandolo in Toscana per Malatrasi. Certo, la chiuderà tre anni dopo, dedicandosi a tempo pieno agli studi universitari, non prima di essersi tolto qualche soddisfazione. Già, perché con la Roma vinse da capitano la Coppa delle Fiere nel 1961. Anche a Firenze alzò un trofeo: la Coppa Italia nel 1966, ultimo anno di attività. Sulla coppa c’è impressa la sua firma anche per la monumentale gara giocata contro l’Inter di Herrera in semifinale. Eppure l’avventura in viola non era iniziata bene, considerato che Valcareggi non lo ’vedeva’. Sarà Chiappella a schierarlo sempre tra i titolari. Dopo un buon quarto posto, Guarnacci disputa da protagonista anche la stagione successiva, con la presidenza Baglini, che si fermerà sempre ai piedi del podio e in finale di Mitropa, perdendo a Budapest contro il Vasas. Ma lui racconta sempre che la gara più bella di quella stagione fu il successo nel primo turno a Barcellona in Coppa delle Fiere (gol di Hamrin). Nel ’65 c’è anche la vittoria nel torneo di New York. Nell’anno successivo, come detto, arriva il doblete, anche se gioca a singhiozzo. Ma Coppa Italia e Mitropa non gli sfuggono, diventando anche la chioccia per i giovani che saranno ricordati come i viola Yé-Yé. Mica male.

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