Gioco-sport: a Firenze il primo progetto in Italia

Sono 8mila gli alunni interessati dal progetto, nato per far conoscere ai bambini il maggior numero di discipline sportive

Bambini che fanno sport

Bambini che fanno sport

Firenze, 26 ottobre 2021 - Il Comune di Firenze, primo in Italia, lancia il progetto 'Gioco-Sport' con 8mila alunni interessati e 430 classi di terze elementari, o dalla prima alla quinta con allievi con disabilità, coinvolte. L'iniziativa partirà a gennaio grazie ai fondi europei del React-Eu dell'Unione europea nell'ambito del 'Pon Metro' e ad un accordo sottoscritto con l'ufficio scolastico regionale per la Toscana: l'obiettivo è far conoscere ai bambini il maggior numero di discipline possibile attraverso la pratica del 'gioco sport' come forma educativa di aggregazione e inclusione.

Il progetto è biennale (2021-22 e 2022-23) e lo stanziamento complessivo è di 600mila euro: è prevista in orario curriculare un'ora di attività settimanale per gli alunni delle terze e un'ora settimanale per gli alunni dalla prima alla quinta in cui sono presenti bambini con disagi o disabilità. Le attività si svolgeranno nelle palestre (o spazi adeguati) all'interno delle scuole cittadine, grazie a personale laureato in scienze motorie. L'avviso per presentare la manifestazione di interesse da parte dei candidati è stato pubblicato lo scorso 20 ottobre, con scadenza 9 novembre.

Gli uffici comunali stanno lavorando alla predisposizione degli atti di gara; si prevede di pubblicarla intorno alla metà di novembre. «Ogni volta dopo le Olimpiadi - ha detto l'assessore allo sport di Palazzo Vecchio Cosimo Guccione, - viene scritto che si deve ripartire dallo sport nelle scuole: ecco, nel Comune di Firenze lo facciamo. Questo progetto può essere un modello a livello nazionale». L'assessore all'educazione Sara Funaro ha evidenziato che questa iniziativa «è un'offerta in più ed è molto importante perché oltre agli insegnanti viene fatto un lavoro col mondo dell'associazionismo, del terzo settore, con professionisti che possono far lavorare i bambini in un'ottica di gruppo». 

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