Firenze, ricordi? Riecco il "nemico" Gasp

Il tecnico dell’Atalanta e le turbolente apparizioni al "Franchi". Quella polemica con Chiesa accusato di essere un "cascatore"

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di Francesca Bandinelli

E’ l’uomo dei record con l’Atalanta, quello che alla guida tecnica dei bergamaschi ha vinto il 54% delle gare giocate in Serie A, registrando una media di 1,9 punti a partita. Gian Piero Gasperini, 63 anni compiuti lo scorso gennaio, è uno dei principali artefici della rinascita nerazzurra.

Dal giugno 2016 ad oggi, il suo percorso è stato una continua ascesa: archiviate le difficoltà iniziali, ha cominciato con un quarto posto, quindi con un settimo per poi scalare la classifica fino al terzo piazzamento, conquistato per due stagioni consecutive, la 201819 e la 201920, aspettando di conoscere l’epilogo di questo campionato.

Con conseguente qualificazione in Champions League. Non è un caso che, per il secondo anno consecutivo abbia vinto pure la “panchina d’oro”, il riconoscimento che gli altri colleghi gli hanno conferito come miglior tecnico della Serie A.

Il lavoro, sul campo - i numeri dell’Atalanta sono impressionanti, a partire dalla quantità di reti che ogni anno riescono a totalizzare - e pure quello all’interno del gruppo non sono passati inosservati a nessuno. A Firenze, però, non sono passate sotto silenzio nemmeno le polemiche degli anni passati, da quando, nel settembre 2018, Gasperini accese la miccia raccontando di quello che secondo lui era stato un “rigore da farsa” assegnato alla Fiorentina per il fallo di Toloi su Chiesa (la gara finì 2-0 per i viola). "Non gli ho dato del cascatore – precisò in sala stampa, dopo le prime dichiarazioni televisive al veleno –. Difendere il giocatore (come aveva fatto Pioli, ndr) in quella situazione, però è quasi deridere l’avversario.

Sono contento che sia un grande calciatore, ma si è trattato di un episodio bruttissimo".

Nel gennaio di un anno fa, prima che la pandemia prendesse il sopravvento, in occasione dell’ottavo di finale di Coppa Italia vinto dalla Fiorentina al Franchi, invece si indignò davanti alle telecamere per quanto accaduto alle sue spalle. Fu lui a raccontare di insulti piovuti sulla sua testa da parte dei presenti che occupavano il settore in corrispondenza della panchina avversaria.

"Non ho mai insultato nessuno – disse a fine gara –. Ero motivato al massimo per la mia squadra e mi hanno gridato più volte “figlio di p.”. Mia madre ha fatto la guerra per dare diritto di parola a questi deficienti, loro si che sono dei “figli di p.”. Non lo accetto, questa è cafonaggine e maleducazione". Un paio di settimane dopo, in occasione della sfida di campionato giocata sempre a Firenze, a rasserenare gli animi intervenne…..la goliardia, con una maglietta viola consegnata al tecnico dell’Atalanta da parte di un gruppetto di tifosi con scritto "Gasperini uno di noi". A commentarla fu lo stesso Gasp dai microfoni di SkySport: "Sicuramente è una bella presa in giro (disse sorridendo, ndr). Non la indosso, ma la metto da parte".

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