Fiorentina, in difesa una scelta decisiva. I centrali restano in bilico

Quattro opzioni a disposizione di Italiano. E Sassuolo è un incrocio non banale

Vincenzo Italiano (foto Germogli)

GERMOGLI PH: 27 MAGGIO 2023 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI CAMPIONATO SERIE A FIORENTINA VS ROMA NELLA FOTO ITALIANO.

Firenze, 31 maggio 2023 - "L’attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite". Chissà se John Earl Madden, tecnico degli Oakland Raiders, tra i migliori del football americano, si sarebbe immaginato che il suo aforisma si tramadasse nel tempo e che fosse di stretta attualità, sempre. Sono passati quasi 50 anni, ma il detto resta sempre valido e soprattutto in casa Fiorentina. Sia nella volata di fine campionato che per la finale di Conference League. Nelle ultime uscite proprio il reparto difensivo è quello che ha destato meno impressione, ma più preoccupazione, non solo per il numero dei gol subito, ma soprattutto per la modalità in cui sono arrivati; talvolta con errori singoli e altre di reparto che hanno fatto intuire come il momento sia delicato.

Se sulle corsie esterne la situazione sono tutto sommato è codificata (Biraghi e Dodo si candidano per Praga), per quanto riguardo i centrali Italiano dovrà fare scelte ben precise. Che avranno riflessi importanti sia per la coppa, ma anche per il campionato, considerato che se anche ci saranno diversi giorni tra una sfida e l’altra, non si vorrà rischiare contrattempi. Milenkovic, Martinez Quarta, Igor e Ranieri hanno peculiarità diverse e stanno attraversando momenti diversi di forma e convinzione. Sassuolo potrebbe già dare indicazioni precise e non banali.

Milenkovic

Vincenzo Italiano non ha mai avuto dubbi. "Nikola Milenkovic è il giocatore più forte della Fiorentina". Lo disse a Moena, quando il serbo era ancora in odor di cessione (di lì a poco avrebbe rinnovato fino al 2027) ma guidava il gruppo in allenamento con il piglio del leader. Quest’anno per lui una stagione così così. Complice qualche amnesia ed un paio di infortuni di troppo patiti a settembre e febbraio. Adesso però si è ripreso i gradi del titolare. Il vero Milenkovic è ancora lontano (in finale di Coppa Italia ha sbagliato un paio di letture pesanti), ma puntando il mirino verso Praga non c’è alcun dubbio sul fatto che scenderà in campo dal primo minuto.  Italiano si fida di lui, gli ha insegnato a difendere con trenta metri di campo alle spalle. Lo ha sempre coccolato, difeso anche quando le prestazioni non sono state al top. Per fermare Michail Antonio e tutto l’attacco del West Ham servirà una prestazione da Milenkovic vero. E poi occhio alle palle inattive. In Conference quest’anno ha già timbrato a Sivas. Un gol in finale varrebbe tanto di più.  

Igor

Dopo Milenkovic è quello dei quattro che ha giocato di più (3.147 minuti in stagione). Per caratteristiche è anche quello che si sposa meglio sia con il serbo che con Martinez Quarta, con il quale per parte della stagione ha formato la coppia titolare. La grande crescita della scorsa stagione si è però un po’ arrestata. In estate il Rennes era pronto a mettere sul tavolo della Fiorentina diversi milioni di euro. Si era parlato di un sondaggio della Juventus e di qualche club inglese. La Fiorentina se lo è tenuto stretto.  Fisicità straripante, grande professionista. Non perde occasione per allenarsi anche nel giorno libero. Ma c’è un però. La stagione che si concluderà a Praga ha mostrato anche qualche limite. Letture sbagliate a palla scoperta tutto sommato semplici da leggere (esempi ne sono il gol di Nzola al Franchi e quello di Amdouni a Basilea). Errori pesanti, qualcuno è costato di più e qualche altro meno. Ma nel comporre la difesa anti West Ham ci sarà da tener conto di vizi e virtù. Stavolta la partita dovrà essere immacolata.

Quarta

Croce e delizia di Italiano. Lui più di tutti. Perché Martinez Quarta nell’idea del tecnico viola è il difensore per eccellenza. Veloce e tecnico, se non fosse per quei paurosi e (purtroppo) frequenti cali d’attenzione sarebbe un titolare inamovibile della difesa viola. Partite ne ha fatte tante (già 38 in stagione) condite da preziose aperture di quaranta metri ed errori marchiani. Che sbagli la giocata in impostazione ci può stare (è un rischio che deve essere calcolato), ma in marcatura talvolta è un po’ troppo morbido.  Quasi sempre titolare nel periodo d’oro della Fiorentina tra febbraio ed aprile, poi ha aperto la porta ai compagni che si sono fatti preferire. È chiaro che la sua candidatura per Praga rimanga d’attualità (d’altronde ha giocato con Milenkovic anche la finale di Coppa Italia). Sarà un ballottaggio serrato fino alla vigilia, anche se venerdì sera a Reggio Emilia un’idea potremmo già farcela. Difficile che Italiano voglia mettere a rischio quella che pensa possa essere la coppia difensiva più efficace contro gli Hammers di Moyes.

Ranieri

Immaginare per lui una chance dal 1’ contro il West Ham oggi non è così assurdo. Lo è molto di più pensando a quel che è stato il suo percorso all’inizio di questa stagione. Luca Ranieri ne ha bruciate di tappe. Non convocato per Moena, poi aggregato nella seconda settimana. Cyclette, palestra e poco altro. Poi un’occasione creata dalle liste. La permanenza in viola ed una scalata continua. Oggi, dicevamo, Ranieri può guardare a Praga con grande fiducia. Un po’ perché Italiano ne ha spesso tessuto le lodi, un po’ perché i suoi competitors (Quarta ed Igor) non stanno attraversando un periodo di forma brillante. Dalla sua ha un mancino educato in fase d’impostazione e diverse partite pesanti giocate al fianco di Milenkovic, come le trasferte in casa di Lazio e Juve in campionato o come l’ora di gioco finale nella battaglia di Basilea. Arcigno, non paga l’emozione. Qualche scivolone c’è stato, ma considerando da dove è partito oggi parlare di lui in questi termini è un successo. Sicuramente suo personale, ma anche di mister Italiano e dello staff.

In porta

Tra i pali la storia sembra già scritta in partenza. Michele Cerofolini (diventato padre nelle scorse ore) dovrebbe di nuovo scendere in campo venerdì sera a Reggio Emilia contro il Sassuolo, in una partita che comunque vale tanto per la Fiorentina in chiave ottavo posto. ‘Cero’ per tutti nel gruppo, si è conquistato la fiducia di mister e compagni. Quattro partite, zero sconfitte e due soli gol subiti. Contro la Roma gli interventi più difficili. All’orizzonte una nuova chance. E a Praga tornerà Terracciano, sperando in versione ‘San Pietro’, come lo chiama affettuosamente il Presidente Commisso. Ha lavorato tanto in silenzio per arrivare a giocarsi una finale europea. Partito dodicesimo, ha panchinato i presunti titolari (prima Dragowski e poi Gollini). Qualche mugugno intorno alle sue prestazioni di recente c’è stato, ma adesso la Fiorentina e tutti i tifosi viola sono nei suoi guanti.  

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