E’ l’ora di Quarta, il ragazzo del Caudillo

Pezzella fermo per l’infortunio alla caviglia, tocca all’argentino arrivato dal River guidare la difesa contro Dzeko e compagni

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Il nuovo pilastro. Lucas Martinez Quarta, 24 anni compiuti lo scorso maggio, dopo il debutto da titolare in Coppa Italia - una delle poche note liete di una gara complicata - adesso vuole trasformarsi nel punto di riferimento di una difesa che, eccezion fatta per la prima gara di campionato (l’unica terminata senza subire gol) ha incassato, in media, due gol a partita. Devono essere registrati gli ingranaggi, a maggior ragione ora che German Pezzella (che ieri gli account social della Fiorentina hanno postato mentre camminava sul rettangolo verde coi suoi scarpini gialli) dovrà provare a bruciare i tempi di recupero dopo i fastidi alla caviglia che ne hanno condizionato l’avvio di stagione. Martinez Quarta, argentino pure lui e pure lui di scuola River, intanto, non aspetta altro se non dimostrare il suo vero valore, specie dopo le parole importanti spese nei suoi riguardi da connazionali illustri, da Daniel Passarella fino a Javier Zanetti. Non intende deludere nessuno. C’è da fermare la Roma di Fonseca che sui viola, la passata stagione, ha sempre passeggiato e da provare ad andare contro tutti i tabù, incluso quello che vede solo due successi viola nel XXI secolo, nel 2012 (con Delio Rossi in panchina) e nel 2018 (con Pioli).

Si dovrà frenare l’impeto offensivo di Edin Dzeko, il centravanti bosniaco che ha segnato 6 degli ultimi 8 gol proprio tra le mura amiche e che sa farsi spazio tra le difese avversarie con precisione diabolica. Martinez Quarta anche per questo punta a farsi trovare pronto, per lanciare messaggi nemmeno troppo in codice pure al suo Ct, Lionel Scaloni, che fin qui lo ha tenuto in grandissima considerazione. Ha cercato di comprimere al massimo i tempi di inserimento all’interno del gruppo e ora ha di fronte l’occasione più preziosa per dimostrare il suo saper essere granitico dietro, lesto eventualmente a sfruttare l’occasione per spingersi più avanti in fase di possesso. Già, perché nelle occasioni importanti, oltre ad essere stato capace di togliere il pallone dalla linea di porta (vedi nel Superclasico giocato nella “tana” del Boca Juniors) è stato capace anche di trovare la via del gol, di cui tre volte in Libertadores (sulle 5 complessive).

El Chino, adesso, ha solo voglia di tornare a regalare allegria. Le difficoltà mostrate dal gruppo in Coppa Italia, con i fantasmi dell’ennesima rimonta alle porte a spaventare tutti, le ha percepire benissimo: anche per questo spera di dare un contributo fattivo a tenere lontani gli avversari. Alla prima da titolare in Serie A, 102 gare dopo il suo debutto sul palcoscenico del calcio professionistico, punta a lasciare il segno e a trascinare la Fiorentina fuori dalla palude delle difficoltà.

Francesca Bandinelli

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