Dai 2 scudetti ai fischi Lo Bello, gioie e dolori

Dalle feste per i due scudetti al pubblico fiorentino inferocito per le sue decisioni: il rapporto tra Concetto Lo Bello (uno dei più grandi arbitri del nostro calcio) e la Fiorentina è durato 18 anni (dal 1956 al 1974) e non sono mai stati incroci banali. Di questo e di altri aspetti della carriera del direttore di gara siciliano si parlerà oggi al Centro tecnico di Coverciano (ore 17) nella presentazione del libro “Concetto Lo Bello - Storie e ritratti di vita tratti dall’archivio di famiglia“ a cura del figlio Rosario e con la prefazione di Gianni Minà. Una presentazione anticipata dal video realizzato da Massimo Cervelli e Marco Vichi, un episodio di “Nuvole di calcio“ sulla storia dell’arbitraggio pubblicato sul nostro sito (www.lanazione.itfirenzesportcalciovideostoria-arbitri-italiani-1.7659396).

Tornando a Lo Bello e la Fiorentina, sono sempre Cervelli e Vichi a raccontarne i vari episodi: dalla festa scudetto del 1955-56 (dirige Fiorentina-Lazio, ultima gara casalinga) allo 0-2 sulla Juve l’11 maggio 1969 con la certezza del secondo titolo. Ma ci sono anche burrasche come il Fiorentina-Inter dell’8 gennaio 1961: "Dopo un angolo tutti i giocatori uscirono dall’area viola andando verso il centrocampo: il fischio dell’arbitro non poteva che significare un calcio di punizione per la difesa. A sorpresa Lo Bello assegnò un rigore, realizzato da Lindskog. Pochi minuti dopo Petris tirava la maglia ad Angelillo, dicendo: ‘Anche questo è rigore?’. Concetto fischiò, Lindskog tirò fuori, Petris fu espulso". Indimenticabile la contestazione al grido di "Duce!" durante un Fiorentina-Cagliari del 12 ottobre 1969. Un rapporto particolare con un arbitro di grande personalità. "Il bilancio riflette le difficoltà dei gigliati con Lo Bello, in Serie A 18 vittorie, 12 pareggi e 12 sconfitte".

Roberto Davide Papini

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro