Crisi, Bosi detta le regole per sopravvivere

Il presidente della Rondinella attacca: "Gestione dell’emergenza discutibile. I Professionisti devono sostenere il nostro mondo"

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di Francesco Querusti

Tante le problematiche da risolvere per il calcio dilettantistico e giovanile. Un momento difficilissimo per tutto il Paese e anche lo sport di base sta lottando per la sopravvivenza. E’ il presidente della Rondinella Marzocco, Lorenzo Bosi, a fare il punto della situazione su alcuni argomenti di grande attualità..

Presidente Bosi, il calcio giovanile e dilettanti si è fermato. Sono stati mesi difficili?

"Assolutamente sì. Ci siamo scontrati con un protocollo difficilmente attuabile, con la completa assenza di ogni forma di ricavo e di contro con una lievitazione dei costi. Tutto questo in un clima non sereno, che ha tolto in modo crescente ai ragazzi anche l’aspetto del divertimento".

Condivide la decisione di fermare tutto?

"Prima di iniziare proposi di ripartire a gennaio 2021, questo avrebbe evitato inutili sacrifici da parte di tutti. Qualsiasi previsione parlava di una ripresa del Covid a ottobre in modo ancora più violento e già avevamo i primi casi all’interno delle squadre. Vedo poi che in serie D domenica sono state annullate 11 partite su 18. Era impossibile continuare".

Come viene vissuto questo momento all’interno delle società?

"Con grande preoccupazione. C’è un dispiacere profondo nel vedere i ragazzi fuori dal campo. Inoltre quello che è successo ha fatto emergere la fragilità della gestione economica delle società sportive che riescono a far quadrare i conti attraverso attività collaterali, sponsor sostenitori, insieme all’opera di benefattori e volontari. E’ uno schema destinato a crollare alle prime difficoltà. Necessaria una riforma che risolva in modo strutturale il problema della sostenibilità".

A cosa pensa?

"Ad esempio a riequilibrare la distribuzione delle risorse fra le varie Leghe. Rappresentiamo quasi il 90% dei tesserati ed il 34% del peso all’interno della FIGC e partecipiamo alla divisione dei ricavi nella misura di uno zero virgola. Con più risorse riusciremo ad innalzare il livello di qualità del servizio e sarebbe salutare per tutto il movimento calcistico, professionisti in primis. Ma non è l’unica proposta. Bisogna creare un tavolo di lavoro e di iniziative concrete da realizzare con Federazione, Coni ed Istituzioni".

Che messaggio rivolge al calcio professionistico?

"I Professionisti sono chiamati a sostenere il nostro mondo che ha grandi valori ed è fondamentale per tutta la filiera del calcio. La percentuale dei diritti Tv concessi al calcio giovanile e dilettantistico deve essere aumentata e ci vogliono anche altre forme di servizi e sostegno economico come viene fatto in altri Paesi d’Europa. La Lega Nazionale Dilettanti e le società devono alzare la voce e farsi rispettare".

E alle Istituzioni?

"Notizia di ieri di contributi a pioggia del Governo ad attività commerciali e culturali. E la Regione Toscana ha stanziato 13,5 milioni per la valorizzazione del vino. Ma al calcio giovanile e dilettantistico non pensa nessuno? Comitato e società devono farsi sentire".

Esistono luoghi di confronto fra le società?

"Insieme ed altri presidenti abbiamo dato vita a “Calcio in rete”. Un’avventura, iniziata con cinque presidenti, che oggi raccoglie 80 società sportive. Fabio Giorgetti è il coordinatore ed ha avuto l’abilità e la costanza di tenere in vita un dibattito via chat sulle nostre problematiche. Importante il clima di costruttività attraverso un confronto continuo".

Com’è il rapporto con la Figc-Lnd?

"Il presidente regionale Mangini e lo staff hanno lavorato tanto e in condizioni difficili per supportare le società in questi mesi. Hanno dato prova di grande disponibilità. Credo che sia da migliorare il peso specifico della Toscana a livello nazionale. In questo senso la collaborazione di Francesco Franchi, toscano e vice presidente Lega Dilettanti, può essere fondamentale".

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