CIiclismo. Nell'era del Covid-19 perché non dare importanza alla bicicletta?

Una proposta di Graziano Beltrami in una lettera alla stampa

La formazione juniores toscana sponsorizzata anche dalla Beltrami TSA

La formazione juniores toscana sponsorizzata anche dalla Beltrami TSA

Firenze, 2  aprile 2020.- Graziano Beltrami da molti anni apprezzato imprenditore del settore ciclo con il marchio TSA (in Toscana è sponsor della formazione juniores pratese Big Hunter Seanese) in una lettera al sito Tuttobiciweb ed agli organi di stampa, lancia una proposta per il dopo coronavirus.

Nella lettera Beltrami mette in risalto che in questa emergenza sanitaria, “non c’è stata nessuna chiave di lettura diversa, da quella ludica-agonistica, da parte del mondo della bicicletta e dai suoi addetti ai lavori”. Prendendo atto che in un futuro ormai prossimo saremmo costretti a cambiare le nostre abitudini e gli stili di vita, il ruolo della bicicletta avrà, se saremo in grado di gestirlo, una posizione di tutto rispetto. Dovrà essere classificato –continua Beltrami - come un mezzo di trasporto alla stregua degli altri ma con i vantaggi ormai consolidati che penso sia inutile ricordare. Quindi perché non partire fin da oggi con una campagna a favore dell’utilizzo della bici per gli spostamenti lavorativi e di studio? Abbiamo in mano tutti gli strumenti per arrivare a questa trasformazione che è già uno standard in tanti Paesi Europei. Una rete di piste ciclabili, che pur presenti a macchia di leopardo, c’è e nonostante scelte logistiche a volte indecifrabili, sta crescendo nel paese. Luce anteriore, luce posteriore, l’utilizzo del casco e casomai indossare un GILET GIALLO che fotografi e certifichi per il mondo parallelo che ci sta intorno che l’utilizzatore del mezzo in questione è uno di loro si muove per gli stessi bisogni che fanno muovere gli automobilisti, i fruitori dei mezzi pubblici etc. etc. Il momento storico fotografa una situazione in cui le officine ciclo non possono operare al contrario di quelle auto e quelle moto, lo spostamento delle persone autorizzate, può essere sì fatto in bici, ma a proprio rischio e pericolo visto che è iniziata la caccia all’untore. Pertanto penso sia un dovere morale per chi lavora in questo settore impegnarsi per proporre in qualche maniera la figura della bici e del ciclista in una maniera diversa.

“Autocertificarsi” con il GILET GIALLO e la bicicletta dotata di tutti gli strumenti di sicurezza, può essere il primo passo per dare visibilità ad un nuovo concetto di mobilità e questo è il momento nel quale ci può essere un assorbimento positivo del messaggio da parte della collettività. Le mie idee – conclude Beltrami nella sua lettera -possono poco, ma il Vostro appoggio e quello delle persone che gravitano intorno alle Istituzioni e ai grandi media possono produrre un effetto volano che risulterebbe anche essere un beneficio per l'economia del settore. In questo momento bisogna fare squadra: questo non è che un timido tentativo di mandare un segnale, la speranza che possa essere amplificato e trasformarsi in un’onda d’urto, altrimenti torneremo come sempre a piantonare il nostro orticello nella speranza che dal cielo arrivi un po' di pioggia ristoratrice.  

Antonio Mannori

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