Ciclismo. La morte di Felice Gimondi, il ricordo dell'ex campione Roberto Poggiali

Per sei anni il campione fiorentino in camera con lui in occasione delle grandi gare a tappe, Giri d’Italia e Tour de France, di grandi classiche

Roberto Poggiali per 6 anni compagno di Gimondi nella Salvarani

Roberto Poggiali per 6 anni compagno di Gimondi nella Salvarani

Firenze,16 agosto 2019 – In Toscana sono stati soprattutto due i campioni che hanno avuto un legame particolare con Felice Gimondi, morto oggi per un malore in Sicilia all'età di 76 anni, nella Bianchi con il pistoiese e compianto Fabrizio Fabbri, che ci ha lasciato da pochi mesi, nella Salvarani con il fiorentino Roberto Poggiali che abbiamo raggiunto in Versilia dove si trova in vacanza con la famiglia e la moglie Roberta. E quanti i ricordi di “Robertino” con Felice Gimondi.

“Siamo stati sei anni in camera assieme in occasione delle grandi gare a tappe, Giri d’Italia e Tour de France, di grandi classiche. E poi quanti chilometri lungo le strade a fianco di questo grande campione in un’epoca nella quale c’era il cannibale Eddy Merckx”.

E’ vero che la presenza del belga condizionava il rendimento di Gimondi? “E’ verissimo, quando c’era Eddy, Gimondi aveva un comportamento diverso, come dire era nervoso, la presenza del belga lo metteva in soggezione e lo condizionava. Un esempio? quando Felice vinse la Milano-Sanremo nel 1974, classica che il belga si era aggiudicato già diverse volte, Merckx non era alla partenza e quel giorno mi ricordo, Gimondi era un altro, tranquillo, sicuro di se”.  

Quanti ricordi ancora per te con il campione bergamasco. “Tantissimi, quando scendeva dal nord per andare ad affrontare la campagna del sud, in quanto in quel tempo erano diverse le gare che si correvano in quelle Regioni, si fermava a casa mia a Scandicci. Noi andavano al sud a gareggiare, mentre sua moglie Tiziana restava con mia moglie Roberta in Toscana per alcuni giorni. E lo stesso facevo io quando salivo al nord”.

L’ultimo ricordo di Roberto Poggiali è sulle doti di Felice Gimondi. “Aveva una grinta ed un carattere indomiti, una resistenza nel soffrire incredibile, non mollava mai. Un giorno Merckx venne in camera in occasione di una gara nella quale Gimondi aveva fatto il diavolo a quattro. Il belga mi disse di riferire a Gimondi di stare più calmo e tranquillo altrimenti un giorno avrebbe avuto un infarto. Gimondi quando gli raccontai la cosa mi disse. Questo è il mio modo di lottare e ti dico che Merckx scenderà di bici prima del sottoscritto. Andò a finire proprio così – conclude Roberto Poggiali – in quanto il campionissimo belga lasciò nel 1976 e Felice un paio di anni dopo”.  

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