Chiesa, rebus rinnovo e incognita mercato

Momento complicatissimo per Federico. Che domani sera potrebbe giocare: non ha mai sbagliato due partite di seguito....

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Un presente assolutamente da (ri)scrivere, di nuovo protagonista e, soprattutto, un futuro da chiarire, subito dopo aver messo al sicuro la stagione e la classifica della Fiorentina. L’agenda delle priorità di Federico Chiesa è presto scritta e il primo obiettivo da raggiungere è proprio quello di rovesciare la prospettiva di questa ripresa post lockdown. Da gennaio a marzo, di fatto con l’arrivo di Iachini sulla panchina della Fiorentina, era riuscito a raddoppiare il numero di marcature segnate nelle precedenti 14 giornate, passando da due a sei. Aveva trovato la doppietta a Genova contro la Samp ed era parso assolutamente rigenerato, senza più quesi fastidi fisici a limitarne la capacità di sapersi fare esplosivo.

Dal 22 giugno, dalla gara col Brescia, quella col giallo ingenuo che lo ha costretto a saltare il match con la Lazio, invece i conti non tornano più. Adesso, è lui ad aver assoluto bisogno di ritrovarsi, per la Fiorentina, ovvio, e pure per se stesso. Il presidente Commisso, nell’incontro dello scorso dicembre con il giocatore ed il padre, non ha posto veti alla sua cessione. Certo, dovrà essere il ragazzo a chiederlo e dovrà arrivare un’offerta economica ritenuta congrua dal club, ma non ci sarà alcun braccio di ferro.

Si aspetta il ritorno in Italia del patron, rimasto bloccato dal dilagare della pandemia negli Stati Uniti, ma non è escluso che il contatto possa poi ripetersi anche in videochiamata, qualora i tempi dovessero malauguratamente allungarsi. Sulle tracce del figlio d’arte restano forti i club inglesi di Premier, dallo United fino al New Castle, ma la riflessione in questo caso dovrà essere doppia. Sì, perché la stagione che scatterà a metà settembre sarà quella che condurrà all’Europeo: Chiesa ha bisogno di una squadra che lo metta - come accaduto fin qui a Firenze - al centro del progetto tecnico e alla quale lui possa garantire gol e assist, in misura maggiore rispetto a quest’anno. Intanto, ha 7 gare per provare ad andare oltre a quelle 6 reti in A che da tre stagioni non riesce a superare, quasi peggio di una maledizione e non intende sbagliare.

Difficilmente, va detto, Federico ha sbagliato due gare consecutive. Se è vero, come ha spiegato Beppe Iachini al termine della gara contro il Cagliari che a condizionarlo è stato (soprattutto) il giallo rimediato dopo soli 6 minuti di gioco, già contro il Verona ha la possibilità di scrivere una nuova storia. Un girone fa, nel pomeriggio del ko al Bentegodi (con Pezzella messo fuori causa, con la gomitata allo zigomo dopo nemmeno due minuti di gioco), lui era in panchina: il fastidio agli adduttori (che lo tenne fuori anche col Lecce) aveva cominciato a fare capolino, ma stavolta i motivi per il riscatto sono troppo forti per essere ignorati. C’è da mandare messaggi in codice a tutti, da Mancini in poi, oltre che provare a restituire finalmente una parvenza di sorriso al Franchi, dove il successo interno è diventato quasi peggio di un tabù (solo 16 i punti conquistati tra le mura amiche, sui 48 fin qui disponibili).

Francesca Bandinelli

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