Rocco, passaporto salvezza In Usa solo con i viola ok

I programmi di Commisso, fra l’ansia della classifica e il casting per il futuro. La ricerca di un’identità e l’ipotesi di un tecnico emergente che allena all’estero

di Angelo Giorgetti

Nella bolla scaramantica in cui si è rinchiusa – prima di tutto la salvezza, silenzio su tutto il resto – la Fiorentina osserva e imposta programmi teorici, perché prima di affondare i colpi bisognerà essere sicuri di restare in serie A. E anche Commisso, che viene definito in modalità operativa su tutti i fronti, non tornerà in Usa fino a quando la salvezza della Fiorentina sarà certa. Una scelta logica, in un momento così delicato, per chi ha trasformato la presenza sul campo in un format di passione personale da condividere all’esterno: andarsene ora, non rientrerebbe nello stile.

A proposito della "modalità operativa" è chiaro che le ambizioni di rilancio di Commisso si dovranno confrontare con le garanzie richieste da chi siederà sulla panchina viola: gli ultimi due anni non sono un grande biglietto da visita della Fiorentina, soprattutto nei confronti di tecnici che hanno un mercato di livello medio, se non addirittura alto. In che modo si lavora a Firenze? Quali sono le prospettive del club? Quali giocatori di livello potrebbero rientrare nei piani? Logico che la figura del nuovo allenatore sarà centrale per determinare tutto ril resto, compresa la fiducia dei calciatori che saranno contattati.

A proposito di confronti americani, è chiaro che anche a Firenze il colpo della famiglia Friedkin abbia innescato reazioni, soprattutto di sorpresa per la modalità spiazzante dell’annuncio: e se il blitz di portare Mourinho in panchina è stato straordinario a livello mediatico (vedremo poi sul campo, la risposta decisiva arriva sempre da lì) non è immaginabile che venga replicato dal club viola. Almeno, non a quei livelli. Perché al di là dei tanti nomi che circolano (Gattuso, Juric, De Zerbi fra i primi) Commisso ha esplorato anche il mercato straniero: la possibilità di scegliere un tecnico emergente che abbia una propria "idea di calcio" non è da escludere, proprio per creare una Fiorentina che abbia un’identità propria e legata alla proprietà americana.

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