Fiorentina in lutto, è morto Pesaola: fu il "Petisso" del secondo scudetto viola

Vinse il titolo nel '68/'69 con la squadra di De Sisti, Chiarugi e Amarildo. Un minuto di silenzio e il lutto al braccio domenica sera contro il Chievo / LE FOTO

Bruno Pesaola ai tempi della Fiorentina

Bruno Pesaola ai tempi della Fiorentina

Firenze, 29 maggio 2015 - Superchi, Rogora, Mancin...Comincia così una delle formazioni che hanno fatto sognare Firenze e che l'hanno portata sul tetto del calcio italiano. E' la Fiorentina campione d'Italia 1968/'69 che poteva contare su Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. e poi, ancora Rizzo, Pirovano, Stanzial, Cencetti, Danova, Bandoni, Mariani. A guidare quella "Fiorentina ye ye" (chiamata così per la politica dei giovani attuata già da qualche anno), quella del secondo scudetto viola (e al momento l'ultimo...) c'erano Nello Bagllini come presidente e in panchina un piccolo grande uomo: Bruno Pesaola, scomparso oggi a quasi novant'anni (li avrebbe compiuti tra due mesi essendo nato il 28 luglio del 1925) dopo una lunga malattia. 

Era chiamato il "petisso" (il "piccoletto") per la sua statura non proprio da corazziere, ma è stato un grande del calcio italiano e uno degli allenatori che hanno scritto la storia del calcio a Firenze. Un omaggio al "Petisso" è staro fatto dalla Fiorentina sul suo sito ufficiale, per ricordare questo straordinario personaggio, ricco di umanità e cerrto figlio di un'altra epoca del calcio: ironico, dalla battuta facile e capace di creare un bel rapporto con squadra e tifosi. In occasione della partita di domenica 31 maggio contro il Chievo (alle 20.45 allo stadio "Franchi", ultima gara di campionato), verrà osservato un minuto di silenzio e la Fiorentina giocherà con il lutto al braccio.

​Figlio di un calzolaio marchigiano emigrato in Argentina, Pesaola era un attaccante veloce e fantasioso: dopo l'esperienza nelle giovanili del River Plate è venuto in Italia e ha giocato nella Roma, nel Novara,nel Napoli, nel Genoa e nella Scafatese, vestendo anche la magli della nazionale italiana come oriundo. giocato indossato, tra le altre, le maglie di Roma, Napoli e Genoa, oltre che della nazionale Italiana. Da allenatore è stato sulle panchine di Bologna e Napoli (alla città partenopea è rimasto sempre legatissimo e lì è vissuto fino alla fine), ma il suo risultato migliore lo raggiunse con la Fiorentina che allenò dal 1968 al 1971 cogliendo quello straordinario scudetto.

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