La Fiorentina soffre anche col Padova

Avanti di due gol grazie a Venuti e Callejon, i viola nella ripresa finiscono schiacciati in area dai veneti

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di Riccardo Galli

Il palo e Terracciano salvano la Fiorentina. Il concetto è questo. Poi, certo, alla fine la vittoria sul Padova (serie C) è arrivata, il passaggio del turno di coppa Italia idem e, alla fine, l’obiettivo è stato raggiunto. Certo, c’è modo e modo per arrivare al traguardo e quello utilizzato ieri sera dalla Fiorentina per risolvere la pratica Padova è stato a dir poco contorto. E rischioso. Già, perché se fra la mezz’ora e il 45’ del secondo tempo, appunto il palo e un miracolo di Terracciano, in entrambi i casi su conclusioni di Nicastro, avessero deciso di voltare le spalle alla squadra viola, come minimo la sfida con il Padova avrebbe avuto l’appendice dei supplementari.

Ma tant’è e con la Fiorentina – con questa Fiorentina – ormai la sofferenza è un’abitudine consolidata. Il canovaccio del match assomiglia da vicino a quanto già visto nelle ultime partite. Buona partenza, un paio di gol che dovrebbero (ma poi non è così) spianare la strada a una vittoria in agilità, la reazione e la crescita dell’avversario che di fatto si ritrova pericoloso protagonista. E ci crede. Crede di poter far male alla squadra viola e di metterla all’angolo.

La serata, segnata dal rinvio del fischio d’inizio di una quarantina di minuti per la positività al Covid di un paio di giocatori e un componente dello staff del Padova, fa così registrare (al 10’) il vantaggio firmato da Venuti, la traversa colpita da Saponara (30’) e il raddoppio di Callejon (32’). Il Padova? Non c’è, verrebbe voglia di sentenziare ragionando in fretta, ma è così.

E la Fiorentina ci mette del suo. Così, il 3-5-2 del primo tempo con Saponara e Duncan al posto di Castrovilli e Amrabat, e Callejon di nuovo spalla della punta centrale (Cutrone), quel 3-5-2 nel primo tempo aveva girato piuttosto bene finisce per imballarsi nella ripresa.

Mandorlini se ne accorge e spinge al massimo il suo Padova che dopo una decina di minuti dimezza lo svantaggio con una mezza rovesciata (e la difesa viola imbabolata) di Santini. Ironia della sorte, l’attaccante classe ’92, è fiorentino, di Bagno a Ripoli ed è partito proprio dal settore giovanile viola.

Solo dettagli, questi, certo, mentre il Padova inizia a fare la voce grossa sul serio. Sul piano del gioco la squadra di Iachini (ma in panchina c’è il vice Carrillo, visto che Beppe doveva scontare un turno di squalifica) si perde con lo scorrere dei minuti. Dall’altra parte il Padova si mette a pressare con decisione dando la caccia alla rete che di sicuro (con i supplementari all’orizzonte) avrebbe riaperto la partita.

L’arrembaggio nel finale, quello appunto che ha visto la doppia conclusione di Nicastro prima sul palo e poi in quella smanacciata di Terracciano, ribadisce il concetto che ormai convive accanto alla Fiorentina: ogni partita è una sofferenza.

Il recupero corre via fra la doppia sostituzione (per guadagnare tempo) di Castrovilli e Vlahovic, la bella notizia del ritorno in campo di Ribery e tanti appunti da rivedere sul rendimento (e gli errori) di Duncan, Kouame e prima ancora di Cutrone.

Detto questo, comunque, la Fiorentina scavalca il turno di coppa e si prepara alla trasferta a casa dell’Udinese (il 25 novembre) che ieri ha eliminato il Vicenza con un secco 3-1.

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