Commisso-arbitri, la battaglia continua

Il presidente chiede rispetto: "Servono regole per l’uso del Var, c’è la tecnologia e bisogna utilizzarla". I rischi di un attacco frontale

Migration

Proprio non decolla il rapporto fra Commisso e la classe arbitrale, già messa nel mirino dopo Juventus-Fiorentina del 2 febbraio con uno sfogo che fece notizia per l’ampiezza e la durezza delle accuse. Questa volta il richiamo specifico – con la solita dedica al ’popolo viola’ – è per il corretto uso del Var, con regole da definire e da rispettare, perché il rigore concesso a Caicedo in versione-tuffo avrebbe meritato un approfondimento sul monitor, che invece è stato rifiutato da Fabbri. Considerazioni dietrologiche: stai a vedere che attaccare pubblicamente gli arbitri non fu un’idea geniale, considerata la permalosità della categoria e le scelte che condizionano le decisioni e quindi i risultati. Il calcio insegna che difendere le proprie ragioni è giusto, ma è meglio farsi valere nelle sedi opportune e con le giuste parole.

Ma lo stile comunicativo di Rocco – così apprezzato dalla stragrande maggioranda dei tifosi viola – non bada evidentemente a questi particolari. La disistima del proprietario viola nei confronti della classe arbitrale parte da lontano e bisogna ritornare ancora al 2 febbraio, quando il presidente viola si presentò cupo nella zona mista dello Juventus Stadium con in canna un’amarezza profonda per il 0-3 determinato anche da 2 rigori: "Non solo la Fiorentina, ma tutto il sistema calcio italiano è stato danneggiato. Così non si può andare avanti". Pausa e ciglio arcuato, poi ancora Rocco, arrivato in Italia con la speranza di rivitalizzare un sistema che ha perso appeal finanziario e tecnico negli ultimi anni, al contrario di altri campionati: "Le mie parole saranno riprese anche dai media americani".

Messaggio per i conducenti del vapore: il salto di qualità per aumentare i ricavi non si fa salvaguardando gli interessi di pochi, sempre i soliti.

Sui media italiani, la presa di posizione viola ha ripreso vigore dopo Lazio-Fiorentina. Tre le accuse principali riportate nel dopopartita dal direttore sportivo Daniele Pradè: il rigore generoso concesso per il contatto fra Caicedo e Dragowski (senza consultazione Var), la mancata espulsione di Bastos e un penalty non fischiato su Ribery per un fallo di Patric.

Commisso ha visto la partita dalla sua casa nel New Jersey e ieri mattina ha affidato al sito ufficiale della società le considerazioni per ribadire la richiesta di rispetto da parte degli arbitri: "Su un buon uso del Var continuerò a essere la prima persona che si batterà per il rispetto della Fiorentina, del popolo viola e per il calcio italiano in generale. Come ho fatto presente già diversi mesi fa continuo a pensare che debba essere data la possibilità alle squadre di richiamare gli arbitri all’utilizzo del Var, con regole da definire, così da permettere a tutti di non avere dubbi e di avere la certezza che tutto è stato giudicato nel migliore modo possibile". Commisso chiede dunque un uso più deciso della tecnologia, in base a regole specifiche e condivise. Questa volta le parole non sono dure, ma la richiesta di equità continua a essere centrale: "Concentriamoci sulla gara di mercoledì con il Sassuolo con la speranza che ognuno ricopra al meglio il proprio ruolo, per un calcio sempre più giusto".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro