Fiorentina, Biraghi in azzurro parla di Astori: "Tornare a Udine, dolore che si rinnova"

Il giocatore viola è nella Nazionale di Mancini. Da Coverciano le sue parole in vista del match con la Finlandia

Birachi in azzurro

Birachi in azzurro

Firenze, 20 marzo 2019 - «Certi cori sono inaccettabili, purtroppo il diritto di parola crea di questi problemi». Questo il commento del difensore della Fiorentina Cristiano Biraghi all'increscioso episodio avvenuto nel finale di Cagliari-Fiorentina quando qualche pseudo tifosi viola ha urlato slogan inaccettabili mentre un sostenitore sardo, Daniele Atzori, stava morendo per infarto.

Biraghi ha risposto alle domande dei giornalisti nel ritiro di Coverciano: è infatti uno dei nomi di Mancini in vista delle sfide di qualificazione agli Europei del prossimo anno. Una vicenda, quella dei cori, da cui hanno immediatamente preso le distanze il club viola e anche gli stessi ultrà della Fiesole.

«Nel 2019, e penso anche ai cori razzisti, non si può accettare che venga macchiato uno sport bellissimo e seguito anche da tanti bambini come il calcio - ha proseguito l'esterno della Fiorentina in ritiro con la Nazionale a Coverciano - Chi compie simili gesti danno un cattivo esempio. Fortuna che questi rappresentano solo una macchia in mezzo a tanti tifosi perbene».

La sfida contro la Finlandia si svolge a Udine. La città dove morì Davide Astori. «Andare a giocare a Udine per noi giocatori della Fiorentina è un dolore che si rinnova ogni volta. È normale che ci sia tristezza e il pensiero corra sempre alla tragedia di Davide», dice Biraghi. 

Fra l'altro da venerdì sera l'Italia alloggerà proprio in quello stesso albergo: per Biraghi e per Federico Chiesa, l'altro giocatore viola convocato in nazionale, sarà un momento davvero toccante. Per lui e per Chiesa sarà la terza volta a Udine da quel terribile 4 marzo di un anno fa.

Parlando della sua carriera, Biraghi ripensa a questi anni: ''Ripensando a quando ero a Pescara ero in un altro tipo di situazione, inferiore a quella di ora. Ci ho sempre creduto, nei momenti di difficoltà soprattutto, quando rimani un po' più da solo. Poi serve anche un po' di fortuna, io sono riuscito ad arrivare alla Fiorentina quando stava iniziando un ciclo di rifondazione. Sono stato bravo a lavorare sotto l'aspetto mentale e tecnico tattico".

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