Quel dibattito sulla ’V’ come la... cassatina. Dai, è solo marketing

Pensandoci bene ha scatenato più discussioni il nuovo logo della Fiorentina piuttosto che la cessione del capocannoniere alla Juventus, a gennaio

Il direttore generale Joe Barone e il nuovo logo della Fiorentina

Il direttore generale Joe Barone e il nuovo logo della Fiorentina

Firenze, 2 aprile 2022 - Pensandoci bene ha scatenato più discussioni il nuovo logo della Fiorentina con quella V, piuttosto che la cessione del capocannoniere alla Juventus, a gennaio. I tempi sono questi: il marketing viene prima di tutto. Ma è giusto che ognuno esprima il suo parere, la Fiorentina è anche della sua gente, quindi c’è anche chi ricorda che il giglio di Firenze ha i pistilli, quelli che indicano la supremazia sul resto della Toscana.

Chi voleva il giglio fuori da Firenze, per dire, i pistilli se li poteva scordare. Un po’ come facevamo un tempo quando la Juve chiedeva un giocatore. Storia, botanica e polemiche a seguire, un po’ fine a se stesse, per la verità, anche perché ci ha già pensato Orzan, ex mitico difensore viola, a dire "Non mi piace", alla presentazione del logo ai media. Amen. Dopo di che si va avanti e c’è solo da sperare che a indossare quel giglio siano giocatori sempre più forti.

Il problema vero è che stiamo galleggiando in un’epoca calcistica a metà tra il potere del marketing globalizzato e la focaccina dello Scheggi farcita, tra la cultura e sottocultura social e quel vintage fatto di ricordi difficili da cancellare. Potremmo protestare contro la sostituzione della cassatina Sammontana col cornetto cinque stelle. Per esempio.

E perché il pallone non è più offerto da Pieraccioni Sport? Cosa c’è dietro? Forse il fatto che non esiste più Pieraccioni sport. Ecco. Mutazioni epocali. Per fortuna esistono sempre due punti fermi capaci di mettere tutti d’accordo: Giancarlo Antognoni, l’unico dieci che ieri ha festeggiato il compleanno, e la spuma bionda del Bar Marisa.

Poi c’è sempre la pioggia a ricordarci il calcio che fu, almeno fino a quando non sarà pronta la tettoia del nuovo stadio (nella trattativa per il main sponsor spunta anche l’idea della Tootonci Arena con tappeto erboso cucito a mano) e nessuno si bagnerà più da Campo di Marte a piazza Beccaria. Ma finalmente si gioca. E arriva l’Empoli, sfida che sta a un derby come i Pink Floyd stanno ai Maneskin, e c’è tanta voglia di Cabral.

Sì, perché la classifica dei cannonieri del campionato attualmente dice che i bomber viola sono due, Biraghi e Torreira, entrambi a quattro gol. La cosa fa riflettere. Sì, certo, servono i gol degli esterni (dopo il piede invertito Italiano proverà anche a invertire le scarpe, non si sa mai), ma serve soprattutto il centravanti. Forza Arthur, ti stiamo aspettando.

C’è quello pessimista che ti paragona al Tanque Silva, c’è il super positivo che parla di nuovo fenomeno del gol. Ma la verità è che nessuno ti ha visto più di qualche minuto. Come dire: ti è piaciuto l’ultimo film di Will Smith? No. L’hai visto? No, ho visto il trailer. E vabbè. A proposito: Lo schiaffone alla notte degli Oscar altro non era che un omaggio a Delio Rossi e Ljajic, ma questo era chiaro a tutti. Altro che Hollywood, il vero cinema siamo noi.

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