Buffa racconta il miracolo del Lebowski

Su internet è diventato virale il contributo dello storyteller di Sky sulle origini di una società unica: è la cooperativa del pallone

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Se il più grande storyteller italiano decide di raccontare la genesi di un club che da utopia è diventata realtà vuol dire che il Centro Storico Lebowski è uscito dalla periferia e tiene il passo secondo canoni che qui non si sono mai visti. Già, perché Federico Buffa, dai racconti intrisi di sentimento e leggenda come quello del Grande Torino o della dinastia Maldini, passando per le storie maledette di Maradona e George Best, ha voluto tracciare il percorso dei grigioneri, diventando di fatto l’uomo copertina della nuova campagna tesseramenti della società.

Una cooperativa secondo la logica dei fondatori che hanno portato la società dalla serie Z del calcio, come dice Buffa, fino alla Promozione, entrando dalla porta principale di dilettanti, ma con ambizioni di continuare la rivoluzione del pallone attraversando le categorie. Quindi chi meglio del Federico di Sky per raccontare che gli dei del calcio alle volte scrivono dritto su linee storte. E se sulla traiettoria che porta fuori dal salto di categoria c’è di mezzo la bandierina che lascia in campo il pallone del successo – con buona pace del Dicomano – vuol dire che non si tratta di una storia che gli americani definirebbero "Cinderella", cioè Cenerentola. No è qualcosa di più; è qualcosa che ha a che fare con l’epica fuori dagli schemi. E il "Prendiamola come viene" frase che riassume il pensiero del protagonista del film, Jeffrey ‘il Drugo’ Lebowski, al quale si ispira tutta la filosofia della questione, è più di uno stile di vita. Ecco perché l’azionariato popolare è la logica conseguenza di una società che ‘crede in un calcio a misura della propria comunità’. Azionariato che aveva come obiettivo trovare 800 soci da 100 euro l’uno, come si legge alla fine della videostory firmata Buffa e che si trova sul sito del club: 80mila euro da raggiungere per poter consentire alla società di continuare la sua attività, dalla prima squadra al settore giovanile, con una sezione femminile molto dinamica e in via di sviluppo. Aveva, appunto. L’imperfetto è d’obbligo perché i soci a ieri sono arrivati a quota 833 e il fiume di simpatia pare proprio non arrendersi. Il video (su https:cslebowski.it), attraversando tutti i social, sta diventano virale. Potenza non solo di Buffa, ma anche del pensiero di un calcio ‘non moderno’, senza padroni che diventa una proprietà collettiva dei tifosi. E che tifosi. Prima il Lebowski era anche famoso per la sua rumorosa e variopinta ‘torcida’ della curva Moana Pozzi. Ora per essere diventata una solida realtà che fa calcio in modo non convenzionale, prendendola come viene.

 

 

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