Atletica leggera, la scossa di Iapichino: "Grinta e idee: Larissa c’è"

Parla il babbo-allenatore della saltatrice in lungo che sabato torna in pista ad Ancona "La caviglia è a posto e ora mi piacerebbe vedere più brillantezza e velocità"

Larissa e Gianni Iapichino

Larissa e Gianni Iapichino

Firenze, 3 febbraio 2022 - Larissa Iapichino riparte dal 6,59 della prima gara stagionale ad Ancona (22 gennaio, ovviamente indoor) e dalla gioia di aver ritrovato la pedana del salto in lungo dopo 7 mesi di lontananza dalle gare a causa dell’infortunio che la privò della possibilità di andare ai Giochi Olimpici di Tokyo. L’obiettivo in questa stagione è quello di far bene ai Mondiali al coperto (a marzo a Belgrado) e in quelli all’aperto (a Eugene, in Oregon, a luglio, prima c’è da fare il non banale minimo di 6,82), ma soprattutto di cominciare il cammino che porta dritto al sogno olimpico di Parigi 2024. Alla vigilia del suo secondo impegno (sabato, sempre ad Ancona, dove poco meno di un anno fa fece 6,91 record del mondo indoor under 20) facciamo il punto con Gianni Iapichino (già primatista e pluricampione italiano di salto con l’asta), babbo di Larissa e suo allenatore ( insieme nella foto ) da metà giugno scorso. Com’è andata la preparazione? "Direi bene e la caviglia è tornata a posto. Abbiamo lavorato su molti aspetti tecnici e siamo arrivati alla prima gara in cui Larissa era carica di lavoro e che serviva a lei per rompere il ghiaccio e a me per capire a che punto siamo". Come valuta l’esordio? "E’ andata molto bene, ottimi parametri, a livello di forza è a degli ottimi livelli. E’ mancata la brillantezza, ma è normale a questo punto. Quella di sabato prossimo sarà una gara di passaggio che ha la sua importanza e mi piacerebbe vedere un incremento della brillantezza e della velocità". Che obiettivi di crescita vi ponete? "Ho programmato di portarla e esprimere dei dinamismi sempre più importanti. Vorremmo riuscire a fare dei risultati che si avvicinino a quelli dell’anno scorso, ma in maniera continua, non una cosa estemporanea come la stagione passata quando nelle gare all’aperto non era più l’atleta che era nelle indoor. Vorrei una stagione più equilibrata tra indoor e all’aperto e che al lavoro corrispondesse il risultato. Dalla costanza di rendimento poi scaturiscono le punte". Obiettivi in termini di misure? Di medaglie? "No, per scaramanzia non ne parlo. Ci sono tanti obiettivi, ma c’è da lavorare tanto". Quanto è costato a Larissa dover rinunciare alle Olimpiadi? "E’ stata una rinuncia non troppo dolorosa. Prima di tutto perché lei sa che ha tanto tempo davanti. Poi perché lei stessa si era resa conto che non era in condizione di fare bella figura alle Olimpiadi. Infatti, subito dopo l’infortunio a freddo mi ha detto che se anche avesse recuperato in tempo sarebbe stato meglio non andare a Tokyo. Certo poi, guardando le gare alla tv, in un’edizione straordinaria per l’Italia, un po’ di rammarico c’era". Il sogno olimpico, però, è solo rinviato. Ovviamente l’obiettivo è Parigi 2024 quando Larissa avrà 22 anni e tanta esperienza in più. "Ecco, questo è un obiettivo che posso dire, quello di portare Larissa a vivere quelle Olimpiadi da protagonista". Un sogno lontano ma non troppo per l’atleta fiorentina, doppia figlia d’arte (sua madre è Fiona May, due ori mondiali e due argenti olimpici sempre nel lungo), pronta a sfoderare di nuovo grinta e grande talento.

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