Per tornare ad essere King Arthur la strada è lunga, ma Cabral il 2023 lo ha stappato nel modo migliore. Se il bellissimo gol al Monza sia un fuoco di paglia o l’inizio di un qualcosa di diverso lo dirà il campo. Resta la convinzione di un ragazzo che ci sta mettendo tutto giorno dopo giorno. E che i compagni sostengono nella loro totalità. I numeri di Cabral in viola piangono: 7 gol in 36 partite. Niente a che vedere con quel che si aspettava la Fiorentina quando lo ha prelevato dal Basilea per circa 15 milioni. Per caratteristiche non sembra l’attaccante ideale di Italiano, è entrato nel vortice del ballottaggio con Jovic e per buona parte della stagione è sembrato realmente ai margini del progetto. Pure l’inverno è stato complicato. Zero gol nelle amichevoli, fino al sigillo con la Primavera sottolineato dall’abbraccio dei compagni come se fosse un gol pesante. Quello è arrivato mercoledì. Profetiche le parole di Italiano alla vigilia ("manderemo gli attaccanti più in verticale"). Detto fatto. Palla lunga di Quarta, fuga e protezione del pallone prima di scaricare un siluro. Via sotto la Fiesole, esultanza rabbiosa a volersi scrollarsi la negatività.  Gol alla Batistuta? Ci sta, paragone suggellato dal Re Leone con un applauso alla foto pubblicata sui social dalla Fiorentina. Il giorno dopo è rimasta l’amarezza per non aver messo a segno un gol da tre punti, ma la prova di Arthur è stata di sostanza. Tanto che Italiano gli avrebbe dato pure un 10 in pagella se fosse stato più lucido nel secondo tempo. Fatto il primo passo, adesso va alla ricerca della continuità. Il Sassuolo è già all’orizzonte, Italiano (e Jovic) permettendo. Ma intanto ha già dato una bella spallata anche alle voci di mercato. Alessandro Latini

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Per tornare ad essere King Arthur la strada è lunga, ma Cabral il 2023 lo ha stappato nel modo migliore. Se il bellissimo gol al Monza sia un fuoco di paglia o l’inizio di un qualcosa di diverso lo dirà il campo. Resta la convinzione di un ragazzo che ci sta mettendo tutto giorno dopo giorno. E che i compagni sostengono nella loro totalità. I numeri di Cabral in viola piangono: 7 gol in 36 partite. Niente a che vedere con quel che si aspettava la Fiorentina quando lo ha prelevato dal Basilea per circa 15 milioni. Per caratteristiche non sembra l’attaccante ideale di Italiano, è entrato nel vortice del ballottaggio con Jovic e per buona parte della stagione è sembrato realmente ai margini del progetto. Pure l’inverno è stato complicato. Zero gol nelle amichevoli, fino al sigillo con la Primavera sottolineato dall’abbraccio dei compagni come se fosse un gol pesante. Quello è arrivato mercoledì. Profetiche le parole di Italiano alla vigilia ("manderemo gli attaccanti più in verticale"). Detto fatto. Palla lunga di Quarta, fuga e protezione del pallone prima di scaricare un siluro. Via sotto la Fiesole, esultanza rabbiosa a volersi scrollarsi la negatività. 
Gol alla Batistuta? Ci sta, paragone suggellato dal Re Leone con un applauso alla foto pubblicata sui social dalla Fiorentina. Il giorno dopo è rimasta l’amarezza per non aver messo a segno un gol da tre punti, ma la prova di Arthur è stata di sostanza. Tanto che Italiano gli avrebbe dato pure un 10 in pagella se fosse stato più lucido nel secondo tempo. Fatto il primo passo, adesso va alla ricerca della continuità. Il Sassuolo è già all’orizzonte, Italiano (e Jovic) permettendo. Ma intanto ha già dato una bella spallata anche alle voci di mercato.
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