Firenze, 17 novembre 2022 - “Le caratteristiche dei ruoli a cui sono rimasta più legata? Forse a Norma perché è la mamma di tutte le opere: trovo che sia un personaggio, molto completo, è innamorata anche se per dovere politico ed è pure mamma. Ogni volta mi immedesimo in Norma, anche in quell'amore non corrisposto”. Così parlò il soprano Maria Josè Siri protagonista del Festival D'Autunno al Maggio Fiorentino applaudita interprete nel ruolo di Elvira in “Ernani”, un altro successo del teatro assieme all'acclamato tenore Francesco Meli nel ruolo del titolo, per la regia di Leo Muscato. A distanza di quasi vent'anni dal suo debutto in Italia, avvenuto ancora con Verdi, Siri ristabilisce le basi del suo bel rapporto con l'arte del canto che si è evoluto nel tempo anche attraverso i tanti personaggi femminili verdiani da lei interpretati nel corso di anni preziosi, che l'hanno vista crescere e maturare professionalmente da farne uno dei soprani più richiesti al mondo. Dopo aver interpretato Lucrezia Contarini, esaltando il drammatismo struggente dell’eroina verdiana nella nuova produzione de I due Foscari al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Siri ha incantato il pubblico austriaco del Musikverein di Graz cantando una incisiva Abigaille in Nabucco con Plácido Domingo protagonista. Ha quindi interpretato lo stesso ruolo con successo anche nella stagione dell’Arena di Verona, nella quale non è mancato il suo cavallo di battaglia: Aida, eseguita oltre cento volte dall'inizio della carriera già partendo dall'Argentina, e inoltre in una produzione alla Semperoper Dresden. Si è esibita, sempre in Arena, con successo anche in occasione del Gala Domingo in Verdi Opera Night, nel ruolo della sanguinaria Lady Macbeth. Ma uno dei suoi amori rimane Firenze e il suo teatro lirico. “Ernani la paragono a un volo che si è fatto attendere -spiega- Ed è un percorso iniziato al Maggio con I due foscari, allora era quasi logico che lo dovessi fare. Poi, che dire? E' un vero piacere farlo a Firenze dove dove ho dal 2008 un rapporto affettivo, iniziato con il mio primo Pagliacci al teatro Comunale: e quel debutto con con il più grande di tutti, cioè diretta da un maestro come Franco Zeffirelli l'unico al mondo che abbia saputo muovere masse di persone in modo meraviglioso da cui ho imparato tantissimo. Non c'è volta che dal palcoscenico non mi rivolga a lui. Fu proprio con Aida nella produzione di Zeffirelli assieme a Barenboim alla Scala di Milano che feci uno dei debutti più emozionanti della mia carriera, nata da un'audizione nel 2007. Tra i registi anche Ozpeteck e poi il mio grande Maestro Mehta, e le tournèe con il Maggio, tutto indimenticabile per me”. Con un pensiero affettuoso a Verona: “Che è città mia, come Firenze, dove ho un rapporto meraviglioso con i suoi direttori artistici, rapporto proficuo, dove si decidono i ruoli. A Verona tengo tanto perché amo cantare all'aperto e anche avendo spesso altre occasioni, scelgo sempre l'Arena”. Siri, considerata all'unanimità artista tutta d'un pezzo, concentrata sul lavoro, che vive la vita di ogni giorno con consapevole lievità. “Dovrei fare la commediante – dice la grande interprete – quando smetto di cantare, nella vita di ogni giorno sono molto spiritosa, mi piace tenere su l'umore e ristabilire il buonumore tra i miei compagni di lavoro. Nella vita amo ridere e far ridere. D'altra parte in scena non faccio altro che uccidermi, prendere veleni e accoltellarmi: sono tremende queste donne da recitare”. Una signora che ama i gatti e non solo i suoi Mimi e Tillo, ricca di spirito e di umorismo, attiva anche sui social dove posta video divertenti dedicati alle opere di cui è interprete. Molti sono ambientati al teatro del Maggio. Lo sente un po' casa il teatro fiorentino? “Lo sento molto casa mia, intanto perché ho cantato in tre sale a cominciare dal Comunale, poi alla Sala Grande e nella sala Mehta. Quando tornerò sarà bello ricantare nella nuova sala completamente ristrutturata che sarà di certo meravigliosa nella città più meravigliosa del mondo, Firenze, dove ogni volta che torno ho sempre più amici e a volte mi scappa pure la cadenza toscana che amo tantissimo. E tutto questo grazie alla musica che sa creare connessioni stupende e sa unire”. Siri, cioè tradizione e innovazione sul palco con un direttore d'orchestra preferito: “Le sue iniziali? ZM”.