I soliti ignoti, questa volta sul palco

Al Teatro della Pergola fino al 1° marzo

Una foto di scena

Una foto di scena

Firenze, 26 febbraio 2020 - La buona volontà di ricreare l’atmosfera del 1958 e di un film considerato uno dei capolavori del cinema italiano c’è tutta: ha debuttato al teatro della Pergola «I soliti ignoti», un chiaro omaggio a Mario Monicelli che resterà in scena fino al 1° marzo.

Sul palcoscenico Vinicio Marchioni che dirige e interpreta con Massimo De Santis questa prima versione teatrale del mitico film. Per chi non lo ricordasse, la storia tratta delle gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati che ci rituffano in quell’Italia molto povera ma vitale del secondo dopoguerra. Una scommessa portare in scena questo film che è anche stato caposcuola del genere «caper movie». Anche perché le tematiche sono ormai lontane anni luce dalla nostra realtà. Vinicio Marchioni è il Tiberio Braschi che fu di Marcello Mastroianni. Massimo De Santis è il Giuseppe Baiocchi, detto “Peppe er Pantera”, che fu di Vittorio Gassman.

Augusto Fornari è il Cosimo Proietti di Memmo Carotenuto, Salvatore Caruso è il Pierluigi Capannelle di Carlo Pisacane, Vito Facciolla è il Michele Nicosia detto “Ferribotte” di Tiberio Murgia, Antonio Grosso è il Mario Angeletti di Renato Salvatori, Ivano Schiavi è il Dante Cruciani di Totò, Marilena Annibali interpretata il doppio ruolo di Carmelina Nicosia, che fu di Claudia Cardinale, e di Nicoletta, che fu di Carla Gravina. Sul palcoscenico della Pergola la povertà del dopoguerra torna per poco più di un’ora con intervallo ma è una piaga che resiste sebbene in altre forme.

L’andamento dello spettacolo, che gira intorno a una imponente messa in scena multitasking di metallo, è sicuramente meno drammatico del film, lasciando in scena ai protagonisti la loro carica di bonomia e di simpatia. Marchionni ha fatto un bel lavoro perchè è riuscito a scegliere i passaggi narrativi giusti per uno spettacolo teatrale asciugando e non di poco la sinossi del film. Ed è riuscito anche a restituire i tempi attoriali con l’andamento classico di quel periodo, dirigendo senza fronzoli anche il messaggio di Monicelli per renderlo emozionante anche ai più giovani. Applausi.

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