Shapiro e Vandelli, attenti a quei due

"Che i giovani vengano a noi: per divertirsi"

Maurizio Vandelli e Shel Shapiro

Maurizio Vandelli e Shel Shapiro

Firenze, 8 dicenbre 2018 - «Catapultati qui dagli anni ’70? Ma no. Caso mai ci siamo arrivati con le nostre gambe, lavorando, facendo un ottimo lavoro. Non a caso il nostro disco sta andando benissimo». Parlano quasi all’unisono tanto sono in sincrono, dopo mesi e mesi di prove e cinquant’anni di conoscenza reciproca: Shel Shapiro e Maurizio Vandelli. Due – senza esagerare – miti che lunedì 10 dicembre ore 20.45 dal Teatro Verdi apriranno il loro tour nazionale che li vedrà protagonisti in tutta Italia, richiestissimi e con date via via quasi raddoppiate.

Come si lavora insieme dopo essere stati un po’ ‘nemici’?

Shapiro: «Sono felice di aver ritrovato una persona un po’ rompiballe ma fondamentalmente squisita come Maurizio. E’ bello perchè abbiamo fatto un cammino professionale di un certo tipo e ci troviamo qui con questa nuova apertura artistica».

Vandelli: «Ci siamo lungamente dati da fare per essere quel che siamo, e ci siamo arrivati con le nostre gambette. Secondo me abbiamo fatto un ottimo lavoro. Siamo stati ragionevolmente protagonisti anche noi di questi anni: diciamo che lo spettacolo è una specie di spiraglio spazio-tempoarle che abbiamo aperto».

Concerto e un po’ recital?

V: «Le battute sicuramente le fa più lui che parla più di me».

S: «Ah, guarda caso. Se lui dice parla molto di più, riferito a me, sottintende che io parlo e lui canta meglio lui. E’ un vecchio volpone»

V: «Hai la coda di paglia, amico».

S: «Diciamo che è molto più concerto che recital: in scena, con un sorriso pensando a oggi e domani non diamo niente per scontato. Ti assicuro che lottiamo come cinquant’anni fa e per suonare ci mettiamo la stessa energia. Potremmo vendere vitamine».

Quanto è cambiata la musica?

V: «Nulla è cambiato: oggi come allora c’è musica mediocre, cattiva e buona. E’ il pubblico che decide e sceglie: se prova emozione, decide. Ti risulta che si sappia perchè ci si innamora? E’ la stessa cosa. Nessuno ha una formula precisa, la musica è come l’amore: un’alchimia. Io stesso mi emoziono a pensare a questo concerto».

S: «C’è una quantità di musica, di emozioni e verità che questa certo non è un’ operazione di recupero del passato. C’è tutta la rabbia e la gioia della strada, portiamo in scena musica di aggregazione, come lo era cinquant’anni fa. Oggi le componenti sociali che facevano sì che un milione di persone comprasse un disco, sono ancora lì»

V: «Ma vista l’età abbiamo perso un po’di clienti: questo lo dobbiamo ammettere».

Ragazzi: avete un seguito incredibile che effetto fa?

V: «Credo che questo concerto ci porterà ad averne ancora di più, perchè molti si renderanno conto che certe canzoni che non avevano sentito, magari sono ancora di una attualità incredibile»

S: «Siamo contenti e anche nervosi perchè abbiamo una grande responabilità: entrambi rappresentiamo un passato importante e delle carriere importanti. Mettendo insieme le nostre forze ancora una volta siamo come artisti del circo sul trapezio: noi ci buttiamo. Speriamo bene».

Convincete i ventenni a venire a vedervi.

V: «Sono sicuro che se i ragazzi di vent’anni verranno a sentirci spargeranno la voce e resteranno sorpresi da quello che sentiranno».

S: «La verità è che si divertiranno una cifra: e canteranno con noi».

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