Teatro, gli allievi di Favino da applausi al "Goldoni"

In scena con "Il mercato della carne" fino al 30 marzo

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Firenze, 29 marzo 2018 - Sara Bosi, Lorenzo Carcasci, Cecilia Casini, Giacomo Coen, Maria Costanza Dolce, Camille Dugay, Maziar Firouzi, Giulia Lanzilotto, Luca Massaro, Stefano Parrinello, Giovanni Toscano: sono questi i ragazzi selezionati che fanno parte del percorso della Scuola di formazione del mestiere dell’attore – L’Oltrarno diretta dall'attore Pierfrancesco Favino. Dopo un triennio si presentano compatti e insieme sulla scena al pubblico grazie a una drammaturgia inedita e corale di Bruno Fornasari per la regia di Juan Carlos Martel Bayod.

Un'atmosfera non certo da saggio di fine corso si respira con questo bello spettacolo, dal titolo pirandelliano, "Il Mercato della Carne" che resterà in scena al Teatro Goldoni di Firenze fino al 30 marzo, (orari ore 21 e domenica ore 17). Impegnati ancora una volta nell’Oltrarno, i giovani attori hanno dato prova di una professionalità che spesso, putroppo, non si riscontra neppure nei teatri sanciti dai circuiti teatrali professionali d'Italia. E certo, di sicuro, anche per continuare il processo di crescita identitaria della scuola come bottega tra le botteghe del quartiere, in una delle vie che fino dall’800 costituisce uno dei centri della vita teatrale della città.

Dunque lo spettacolo in un teatro gremito di giovani - e Dio solo sa quanto faccia bene al teatro questo pubblico - per presentare questo nuovo testo "Il mercato della carne", ispirato a Bassifondi di Maksim Gor’kij, cioè l’opera più spiazzante e allucinata dell’autore russo, un quadro realistico che racconta di gente in rivolta da ogni pregiudizio borghese e svincolata da ogni concezione romantica. Anche le musiche hanno un ruolo a sè e sono eseguite live da Samuele Strufaldi.

Alienazione, furore, disincanto, realtà: tutto accade in una sala d’attesa, che il regista Martel Bayod ha immaginato di un biancore abbagliante , dove le energie intellettuali di una generazione, alfabetizzata e disoccupata, vengono lasciate appassire per mancanza di opportunità. In questo limbo in cui la speranza in un futuro migliore si mescola alla rabbia di un presente senza dignità, un giovane chiamato il Caporale ha creato un sistema clandestino di privilegi e raccomandazioni a pagamento, per far ottenere un colloquio di lavoro a chiunque sia disposto a pagare. Ma questo colloquio non arriva mai e il prezzo dell’attesa diventa sempre più alto. Fra test improbabili e situazioni al limite ma non dell'assurdo, ahimé, anzi, invece, quasi realistiche, undici ragazzi in scena si chiedono e ci chiedono quale sia il costo etico, emotivo e politico del dover crescere in un mondo che appare senza prospettive.

Al punto di sentirsi colpevoli di non aver preparato loro a una visione del mondo giusta, equa, meritocratica. A volte si sorride, sì, ma di amarezza perchè Il mercato della carne porta a una riflessione profonda, molto profonda, con questo perfetto gioco di cattiveria, ironia caustica e sprazzi d’insospettabile tenerezza che i giovani allievi del direttore Favino mettono in scena con una credibilità, che va ben più in là della semplice rappresentazione di una scuola per attori. Da artisti consumati, con un piglio che viene da uno studio grande e approfondito - che si avverte ogni secondo dello spettacolo dove niente è lasciato al caso - Sara Bosi, Lorenzo Carcasci, Cecilia Casini, Giacomo Coen, Maria Costanza Dolce, Camille Dugay, Maziar Firouzi, Giulia Lanzilotto, Luca Massaro, Stefano Parrinello, Giovanni Toscano fanno sul palco un ottimo lavoro.

I giovani allievi riescono a fare per davvero una perfetta radiografia del lato oscuro di una possibile generazione futura, nata orfana dei grandi miti e alla ricerca di nuovi eroi. Ho visto uno spettacolo molto bello, raccomando di non perderlo e voglio anche segnalare la crescita dell'unico attore che ho conosciuto ai tempi dei saggi veri, quelli del liceo: Lorenzo Carcasci. Già a 17 anni spiccava fra tutti sui palcoscenici scolastici per quella marcia in più che mi aveva già mi aveva colpito positivamente all'epoca. Rivederlo così assieme ai suoi compagni altrettanto bravi, cresciuto e maturato e molto convincente è stata una piacevole sorpresa. Va ricordato che lo spettacolo è una produzione Fondazione Teatro della Toscana. Meritati applausi a questi giovani attori non del domani: ma già dell'oggi. E ai loro insegnanti. Si replica.

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