Firenze, 27 dicembre 2018 - Daniel è un editore di successo, un uomo che ha superato la cinquantina ed è sposato da più di vent’anni con Isabelle interpretato straordinariamente da Paola Minaccioni: è un essere umano risolto e anche molto felice, perché è consapevole di amare sua moglie, il loro è un rapporto costruito nel tempo e solido.
Però Patrick, il miglior amico di Daniel, si separa dalla moglie e questo mette in crisi l’equilibrio fra le coppie». Così parlò Emilio Solfrizzi che debutta stasera al Teatro della Pergola – e resterà in caretellone fino al 2 gennaio – con l’universo femminile e quello maschile che si capovolgono continuamente. Gioele Dix firma la regia e dirige Solfrizzi e Paola Minaccioni in «A testa in giù» di Florian Zeller: in scena Viviana Altieri, Bruno Armando. La storia di due coppie e un invito a cena, con il pubblico testimone dei pensieri segreti dei personaggi, che parlano anche in disparte. Un grande gioco degli attori che svelano, con il loro linguaggio doppio, verità comiche, crudeli e meravigliosamente patetiche. Una produzione di Roberto Toni per ErreTiTeatro30. Sul palcoscenico un avventato e inopportuno invito a cena che trasforma l’innocua serata in una sorta di regolamento di conti fra gaffe, equivoci e incomprensioni.
L’effetto di «A testa in giù» è dirompente e trasforma una comune vicenda in un formidabile e spassoso labirinto di gesti e parole. Per le attrici e gli attori si tratta di recitare su un doppio binario, una prova al tempo stesso complicata ed esaltante. Daniel si ritrova a mettere interiormente in discussione gran parte della propria esistenza: è la moglie Isabelle, con le sue brillanti doti di saggezza e di acuminata ironia, a salvarlo dal preoccupante precipizio. «L’azione – prosegue Solfrizzi – è continuamente interrotta dai pensieri, viene dichiarato anche il non detto e il pubblico è il solo a conoscere la verità, a differenza dei personaggi. E i pensieri contraddicono quasi sempre quello che si dice. Il titolo originale dello spettacolo, ‘L’envers du décor’, è una frase idiomatica francese che significa ‘dietro le quinte’ e sta a indicare proprio che occorre guardare anche al rovescio della medaglia per capire la realtà. Bisogna avere consapevolezza della verità del mondo al contrario». Da vedere. Titti Giuliani Foti
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