E' l'ora del ricevimento, il prof Bentivoglio sale in cattedra in una banlieu di Tolosa

La recensione di Titti Giuliani Foti

Una scena de 'L'ora di ricevimento'

Una scena de 'L'ora di ricevimento'

Firenze, 23 novembre 2017 - La scena è anche troppo scarna per uno spettacolo molto bello, intelligente e originale come "L'ora del ricevimento " scritto da Stefano Massini con la regia di Michele Placido che ha scelto come perfetto protagonista Fabrizio Bentivoglio.  Raffreddore, il Falsario, il Rassegnato, l’Invisibile, la Campionessa, il Missionario, il Cartoon, l’Adulto sono i soprannomi che il prof dà ai suoi alunni. Non ci sono segreti per un professore di trentennale esperienza: gli bastano pochi istanti per cogliere il carattere di un alunno e sintetizzarlo in un nomignolo che gli calza a pennello.

Il professor Ardeche, Bentivoglio,  ha già classificato la sua nuova classe, la sesta nella sezione C: inizia così L’ora di ricevimento spettacolo che sarà  al Teatro della Pergola fino a domenica 26 novembre. È  in una scuola della banlieue di Les Izards, periferia di Tolosa, che Ardeche si rende conto che il trionfo per lui professore sarà condurre i suoi  allievi alla conclusione del corso scolastico, fra successi, cadute e compromessi. E guarda un po', per riuscirci, deve fare un’ora di ricevimento ogni giovedì.

E attraverso una successione di momenti, che partono da questi incontri, accade che la quotidianità di ogni etnia, religione che si ritrova in una classe,  diventano confronto e affabulazione per arrivare a un accordo che si ritroverà nella vita quotidiana. Un lavoro scritto coi controfiocchi da Massini nel quale il pubblico immagina uno per uno i ragazzi che in scena diventano protagonisti con le loro peculiarità anche se in realtà non appaiono mai.

E sono benissimo rappresentati dai loro genitori sebbene siano loro i veri protagonisti invisibili. L'avvicendarsi dei personaggi va verso il dramma dell’esclusione sociale, si ferma sui piccoli incidenti scolastici di questi giovani apprendisti della vita. E il ciclo naturale della perdita delle foglie dell'albero che sta dietro la vetrata della scuola e della successiva fioritura, accompagna lo svolgersi di ogni anno scolastico, suonando quasi come un paradosso davanti a quel mondo, esterno alla scuola, che di anno in anno è sempre più diverso.

Bravi e azzeccati gli attori-genitori. Una bella storia attuale ben raccontata anche con giusta ironia da questo raffinato attore che è Bentivoglio. Unico neo, lo voglio sottolineare, la scenografia da recita scolastica (vera) con tre seggiolacce raccattate non degne di uno spettacolo così bello. Da non perdere. 

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