La morte di Albertazzi, lo piange tutta Italia

Mattarella: "Uno dei massimi interpreti del teatro". Renzi: "Classico e controcorrente". Il sindaco di Firenze: "Perdiamo un grande maestro". Il cordoglio dei colleghi

Giorgio Albertazzi e Pia Tolomei sul Ponte Vecchio (foto Marco Mori/New Press Photo)

Giorgio Albertazzi e Pia Tolomei sul Ponte Vecchio (foto Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 28 maggio 2016 - "Qualche istante fa è mancato Giorgio Albertazzi e vorrei che tutti insieme facessimo un applauso a questo grande artista, un grande italiano che ha fatto la storia del teatro e del cinema". È questo il messaggio consegnato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al pubblico della cerimonia di consegna dei Leoni d'oro della 15esima Biennale di Architettura di Venezia in standing ovation per l'attore scomparso.

Tutto il mondo culturale e politicoitaliano piange il grande attore e regista fiorentino nel giorno della sua morte.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ricorda così: ""Con Giorgio Albertazzi scompare uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo, ha saputo unire nella sua lunga carriera tradizione e modernità. Le sue interpretazioni dei grandi classici restano una pietra miliare nella storia dello spettacolo. Albertazzi, che ha dedicato al teatro l'intera esistenza, è stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi".

"Con Giorgio Albertazzi - dice il sindaco Dario Nardella - perdiamo un grande maestro del teatro nazionale, un eccezionale interprete dei classici moderni ma anche degli autori contemporanei". "E' un giorno triste per la cultura italiana e per Firenze - ha aggiunto - Albertazzi era un'artista straordinario e il suo addio lascia un vuoto difficilmente colmabile. L'ho conosciuto come un uomo colto, brillante e acuto. Un prezioso artista - conclude il sindaco - che amava Firenze. Ci mancherà".

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha affidato a Twitter il suo messaggio di cordoglio:

E sempre su Twitter lo ha ricordato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini: "Albertazzi è stato un protagonista assoluto del nostro teatro. Un pezzo importante del Novecento italiano. Un uomo così non muore mai".

Fra i colleghi, uno dei primi a ricordare albertazzi è stato Gabriele Lavia: "In qualche modo Albertazzi è stato un campione del teatro, di quella forma d'arte eterna: era una persona molto particolare, era quello che si potrebbe dire un vero artista, con tutti i pregi e scontrosità del suo modo d'essere attore. Lo conoscevo abbastanza ? Nel corso della mia vita l'ho frequentato e ho lavorato con lui solo una volta. Fino all'ultimo ha sempre cercato dentro di sé un mistero, quello che lui chiamava - e quante volte ci aveva anche "annoiato" - il suo "Duende", ossia quel mistero, quel punto in sé, nel proprio essere, per cui ad un certo momento l'attore non recita più ma diventa quel personaggio che rappresenta sul palcoscenico. Giorgio era una persona molto sensibile, mi dispiace veramente. Albertazzi si sentiva veramente fiorentino".

SkyTg24 ha interpellato il premio Nobel Dario Fo, quasi coetaneo di Albertazzi (Fo è nato tre anni dopo) "Giorgio era un attore straordinario - ha detto - Bisognava essere, come il nostro caso, entrambi anarchici naturali. Entrambi avevamo dei punti di contatto e anche quando si discuteva alla fine si arrivava a recitare a conclusione dei nostri diverbi". Poi lo ricorda attraverso un verso: "Tutto appare e tutto è vero. Basta capovolgersi per rendersi conto che la verità è ancora un'altra".

Tornando al mondo politico, anche il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) commemora il grande Albertazzi: "Giorgio Albertazzi ha insegnato a generazioni di italiani l'amore per la cultura, la capacità di essere protagonista e maestro oltre il tempo e oltre ogni barriera degli anni. Uomo libero e coraggioso, interprete ineguagliabile della cultura classica e anche della grande identità italiana. Merita un grazie corale e un applauso interminabile, come si deve a un grande italiano, impareggiabile e indimenticabile". 

 

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