L'unione (delle orchestre) fa la forza

Quattro istituzioni insieme per il concerto di Strings City al Teatro Goldoni

foto di Marco Borrelli

foto di Marco Borrelli

Firenze, 2 dicembre 2018 - L’esperimento è riuscito. Strumentisti dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Orchestra della Toscana, del Conservatorio “Cherubini” e della Scuola di musica di Fiesole si sono uniti in un’unica compagine orchestrale di archi nell’ambito di Strings City al Teatro Goldoni.

Riuscito perché la compagine, sotto il nome di concerto unitario, è riuscita a costruire un repertorio di 50 minuti comprendente Eine Kleine Nachtmusik di Mozart e la Serenata per archi op. 22 di Dvorak sotto la bacchetta di Enrico Calesso, impegnato al Maggio con Traviata. Ma è riuscito soprattutto perché accanto a professori d’orchestra con esperienza si sono affiancati giovani che un’analoga esperienza la devono ancora costruire. Pensando a un futuro professionale, queste occasioni sono di grande importanza per imparare una prassi che va oltre quella strumentale in senso stretto, imparando ad ascoltare gli altri oltre a essere guidati dal podio.

Un aspetto che va oltre il risultato conclusivo dell’esecuzione, molto buono anche se si percepiva la non omogeneità della formazione. Giusto successo ed esperimento da ripetere perché diventi una tradizione.

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