Splendida Isabelle Huppert, il monologo della regina

Al Teatro della Pergola in esclusiva per l'Italia. La recensione di Titti Giuliani Foti

Firenze, 12 ottobre 2019 - Mary Stuart, regina di Scozia, regina consorte di Francia e regina d’Inghilterra per i legittimisti inglesi dell’epoca che non riconoscevano Elisabetta I come erede. Regina consacrata per diritto divino a soli nove mesi: quella di Maria Stuarda è stata una vita – raccontata molte volte a teatro – che inzia e finisce tragicamente. Fuggita dalle guerre anglo-scozzesi, cresciuta nell’ambiente colto e raffinato della corte francese di Caterina de’ Medici con un’ottima educazione culturale, non approfondita nella politica, dal momento che come regina consorte di Francia non avrebbe un vero potere. Su questa storia epica «Mary Said What She Said» di Darryl Pinckney, con le consone musiche originali di Ludovico Einaudi, ha debuttato in esclusiva per l’Italia al Teatro della Pergola in un progetto unico in Europa – repliche sabato 12 e domenica 13 ottobre.

Protagonista un’attrice meravigliosa, gigantesca come Isabelle Huppert nel ruolo di Maria Stuarda diretta da Robert Wilson. Un monologo che è la corsa tutta d’un fiato nel baratro di una vita senza sconti, nei tormenti di Mary Stuart, tra gloria, prigione e omicidi: la storia della Regina che ha combattuto le forze della storia per controllare il suo destino, rappresentano il terzo incontro artistico tra Huppert e Wilson dopo Orlando di Virginia Woolf, e Quartett di Heiner Müller. Buio quasi completo sul palcoscenico e in sala, a parte due strisce di luce. Dall’oscurità emerge una figura, poi una voce, poderosa e dolente piegata da una vita da sempre eccessiva. Gli armonici gravi vibrano sulle pareti, il suono colma completamente il vuoto e danno luce. Nella scena iniziale c’è la sintesi dell’intero spettacolo. Isabelle Huppert è la splendida protagonista, domina la scena con un monologo-affabulazione che a tratti fa addirittura paura, muove le corde più profonde, come le sua lacrime al culmine della recita.

Un messaggio per noi spettatori donne che da una vita cerchiamo di portare a termine una rivoluzione interrotta per mancanza di ricambio generazionale. Rivoluzione che vorrebbe conquistare per le donne lo statuto di persone: di un’attualità sconvolgente. Un allure unico, quasi sacralità vedere Isabelle Huppert in scena così distaccata, lontana assorta nel suo ruolo e che nello stesso tempo comunica – in francese – ansie e angosce, racconti e momenti in un crescendo di parole parole parole, negazioni, paure, sicurezze. In scena una carriera lunga mezzo secolo e un trucco vagamente da Joker con la faccia totalmente bianca le labbra rossissime, gli occhi bistrati. Huppert ovvero: un’attrice sempre a cavallo tra cinema e teatro. Certo non è un caso che sia lei la grande Dame del cinema francese, con un’arte che non ha confini: decine di premi e decine di registi famosi l’hanno contesa e pretesa, giustamente. La sua ultima pellicola è Greta diretta da Neil Jordan. Poi alla Pergola c’è la messa in scena firmata da un grande come Bob Wilson.

Nel testo l’azione si svolge nel castello di Fotheringhay, in Inghilterra, alla vigilia dell’esecuzione e ripercorre la sua storia burrascosa. Fino al momento della visione di suo figlio, re Giacomo: dice la storia che le sue labbra erano ancora in movimento quando il boia teneva la testa mozzata in alto. Non voglio certo mettere in dubbio al grandezza universalmente riconosciuta di un grande regista come Bob Wilson anche drammaturgo coreografo, pittore, scultore, videoartista, designer di suono e luci: ma secondo me lo spettacolo con l’intrecciarsi e sciogliersi di molte vite conduce alla ripetizione del gesto a quell’esasperazione tipica delle avanguardie dei primia anni ’70 contro quell’indifferenza segno dei tempi che si dissolvono nella pressione dei nostri tempi.

Uno spettacolo molto beckettiano anni 70 e chi ci va si prepari ai vuoti di scena riempiti con luci e gesti ripetuti fino al parossismo. Ma in questo momento il teatro di oggi ha abbandonato totalmente la ricerca estetica e artistica. Assolutamente da vedere.

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