Harding e la magia del suono

Il direttore inglese dirige in modo impeccabile l'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Brahms e Mahler

Daniel Harding foto (c) Julian Hargreaves

Daniel Harding foto (c) Julian Hargreaves

Firenze, 12 aprile 2021 - Non dirigeva al Teatro del Maggio dal 2016, ma in quell'occasione era con i Wiener Philharmoniker. Stavolta Daniel Harding è salito sul podio dell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (il concerto è stato registrato per essere trasmesso in rete in data da comunicare) nel primo dei suoi tre impegni in questo mese a Firenze. Il 27 infatti dirigerà l’opera inaugurale dell’83a edizione del Festival del Maggio Musicale (Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea) e  il 29 aprile il Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart. Se questo concerto era un modo per testare l'intesa tra il maestro inglese e l'orchestra fiorentina, l'obiettivo è stato raggiunto, e anche felicemente.

Parte del risultato è stato indubbiamente merito del repertorio. L'Ouverture Tragica di Johannes Brahms e la Sinfonia numero 1 "Titano" di Gustav Mahler prevedono (specialmente la seconda) un organico orchestrale numeroso. Harding ha lavorato in modo che la qualità sonora venisse evidenziata in tutte le sezioni dell'orchestra, dagli archi ai legni, con una brillantezza piena di fascino e seduzione. Ma il suono non può essere disgiunto dalla capacità di lettura dei brani: le armonie brahmsiane hanno toccato vette di alto livello, e l'anima popolare che ha ispirato Mahler nella sinfonia ha brillato per cantabilità e solennità al tempo stesso. Gli ottoni, nel primo e nel quarto movimento, ne sono stati un esempio.

L'orchestra ha festeggiato Harding, così come il pubblico (scarso per ovvi motivi) di addetti ai lavori. Un inizio ottimo e confortante per questa trilogia fiorentina,

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