Guerritore e la sua Anima Buona. Il coraggio di una donna e di un'artista

Lo spettacolo al Teatro della Pergola. La recensione

Monica Guerritore in scena al Teatro della Pergola

Monica Guerritore in scena al Teatro della Pergola

Firenze, 13 gennaio 2022 - La prostituta Shen Te, unica anima buona disposta ad ospitare tre dèi giunti nel Sezuan per verificare la correttezza delle persone, riceve da loro una forte somma di denaro, con cui cambia vita e inizia a fare tutto il bene possibile agli altri, così come gli dèi le hanno fatto promettere e così come è congeniale alla sua indole altruista. In breve però questa sua disponibilità la rende bersaglio di molti personaggi ambigui e parassiti, e per non soccombere la buona Shen Te si traveste da uomo –il cugino Shui Ta– scaltro e severo, che inizia a sistemare le cose cacciando via gli intrusi e mettendo ordine negli affari economici di Shen Te. 

Una scelta coraggiosa e non facile questa di Monica Guerritore di riproporre al Teatro della Pergola un grande classico di Brecht «L’anima buona di Sezuan» ispirato alla versione di Strehler del 1981. Una scelta di teatro civile, politico, di poesia che non si discosta di un millimetro da questa nuova vita dell'arte  scenica fatta di sfide continue, intrapresa da una grande - e coraggiosa - Monica Guerritore. Al  centro dello spettacolo questo suo saper  comunicare dal primo  all'ultimo spettatore  tenerezza e amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri. 

Guerritore sul palco  racconta con lo sguardo tenero e buffo di chi già in partenza  comprende e sa dove andrà a parare. Dal suo ruolo doppio di protagonista e regista, l'attrice ma anche  drammaturga ,si rivela per quello che è pure mettendo in risalto tutte le fragilità dell'anima buona: una donna forte, un modello femminile unico nella vita e nella professione. 

Minuta e dimessa, nella leggera veste bianca, incredibilmente forzuta e robusta nel ruolo di uomo: incredibile quanto trasmetta verità  in entrambe le versioni e non risulti affatto – il rischio c'era –  macchiettistica, tutt’altro. Guerritore è tensione, è quasi  comandamento di continuare a praticare la bontà e la forza conseguente del saper rappresentare fatta persona. La scena girevole, la casetta, il negozino scarno e sgangherato. Il relativismo assoluto di una scena che evoca tutto quel che deve:  di contorno una compagnia di attori all'altezza della situazione per circa due ore e mezzo di spettacolo vero. Finalmente vero, dopo mesi e mesi di monologhi in palcoscenici vuoti e scarni o sul web. 

Ancora una volta una prova d'attrice straordinaria: il palcoscenico, il teatro palpitante nel contatto con il pubblico è la sua passione, la sua cifra. Cifra per Monica Guerritore, talento naturale, affinato con lo studio e la tecnica, che anche oggi   le consentono di guadagnare stima dall’avanguardia più radicale.  Nonostante il - da sempre -  durissimo Brecht, ormai in disuso: quel potere  che l'interprete dispensa con naturalezza, affetto costante e intenso. Senza sbalzi d'umore, senza stanchezze. Applausi sentiti per tutti: si replica alla Pergola fino a domenica. Da vedere. 

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