Enzo D’Alò: "Questo film racconta l’amore"

Torna in 200 sale

Enzo D'Alò

Enzo D'Alò

Firenze, 21 marzo 2019 - «Cosa penso? Che sia stupefacente che duecento cinema abbiano avuto avuto desiderio e volontà di riprogrammare la ‘Gabbianella e il gatto’. Credo che in Italia sia il primo caso per un film di animazione». Enzo D’Alò è, diciamo, teneramente incredulo: da oggi sono oltre 200 le sale che fino a domenica 24 marzo proietteranno «La gabbianella e il gatto» il film, appunto, di Enzo d’Alò, con i disegni di Walter Cavazzuti e le ambientazioni di Michel Fuzellier.

D’Alò, un evento cinematografico imperdibile.

«Vorrei dire di sì, che lo è, ma non vorrei peccare di presunzione: sono molto grato alla distribuzione di CG Entertainment con Rti, Infinity e con Eci Consorzio Esercenti Cinema».

Immagino che ricordi tutto di questo film d’animazione a dir poco, epico.

«Lo realizzammo nel 1998 grazie a Cecchi Gori Group e soprattutto all’entusiasmo di Rita Cecchi Gori. Si partiva già molto bene, dal delizioso romanzo ‘Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare’ dello scrittore cileno Luis Sepúlveda».

Oggi D’Alò come Disney.

(sorride)«In effetti non so se altri film di animazione italiani siano mai stati rimasterizzati e rimandati al cinema in tutte queste sale. E pare che le richieste non siano finite. Mi dicono che i cinema continuano a richiederlo, ne sono felice».

Il messaggio della sua Gabbianella è ancora più che attuale.

«E’ vero, perchè affronta temi di oggi, come la libertà, l’accoglienza, l’accettazione di sé, l’integrazione e l’inquinamento. Vedere o rivedere questo film sul grande schermo è un’occasione. Ho sentito di ragazzi che all’epoca erano bambini che non vedono l’ora di rituffarsi in questa storia. E di genitori diventati nonni che ci porteranno i nipoti. I sentimenti non passano mai e vanno oltre i social e le mode».

A proposito di social, si è scateanta una vera Gabbianella-mania.

«Questa cosa la trovo tenera, mi fa sorridere e molto piacere. Dopo vent’anni è veramente un bel simbolo: ricordo bene quel dicembre del 1998. Oggi tutto questo mi ha colto di sorpresa e dico la verità: sono contentissimo e orgoglioso di leggere i commenti di quei bambini cresciuti che non vedono l’ora do essere al cinema, tra commenti entusiastici e solo positivi. Sono cose che fanno bene al cuore».

In che periodo dell’anno uscì La Gabbianella?

«Eravamo sotto Natale. In quel periodo uscivano anche due titani, Il principe d’Egitto della Dreamwords e Mulan della Disney, avevo un po’ paura del risultato, di rimanere schiacciato dal confronto. Invece, Rita Cecchi Gori quando lo vide disse: questo esce a Natale come gli altri due. Ed ebbe ragione. La Gabbianella incassò venti miliardi di lire».

Come è la versione rimasterizzata?

«Tecnicamente, dopo venti anni c’è un abisso. L’ho rivisto anche oggi negli studi e io che sono un pignolo, devo dire che la versione è molto buona. I colori del digitale per l’animazione sono stati una grande scoperta e hanno cambiato anche la fisionomia di certi contorni in meglio».

Parteciperà a serate, anteprime?

«No, niente: questa propgrammazione in duecento sale inizia oggi e continua per quattro giorni. Dico solo che sono felice anche per tutta la squadra che ha lavorato a questo film entrato con amore nella vita di tantissime persone».

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