Addio a Daria Nicolodi, "fiorentina di Bellosguardo"

Il liceo classico nella sua Firenze, una famiglia di spicco, poi il ritorno nella città che amava e che aveva scelto come buen retiro

Daria Nicolodi nel film "Profondo Rosso"

Daria Nicolodi nel film "Profondo Rosso"

Firenze, 26 novembre 2020 - A soli settant’anni è scomparsa Daria Nicolodi. La notizia l'ha diffusa l’ex marito Dario Argento. Il loro è stato uno stretto legame privato e professionale che è continuato con affetto, oltre la separazione. Genitori di Asia Argento, colleghi sul set in qualità di regista e attrice (e anche sceneggiatrice) per una lunga serie di film di successo, a partire dal quel capolavoro che li fece incontrare nel 1975, Profondo rosso. A seguire ecco gli incassi miliardari di Suspiria dove la Nicolodi, che si infortunò alla vigilia delle riprese, dovette rinunciare al ruolo di Sarah interpretato poi da Stefania Casini, rimanendo nel cast in qualità di sceneggiatrice. E poi ancora Inferno, Tenebre, Phenomena, Opera, fino al breve ruolo cameo in La terza madre.

Nata nel 1950 a Firenze, città alla quale è sempre rimasta legata a doppio filo e dove si diplomò al classico Michelangelo, Daria Nicolodi apparteneva a una famiglia di spicco; il padre era un avvocato che aveva partecipato attivamente alla Resistenza, il nonno Aurelio Nicolodi, era stato il fondatore della Unione Nazionale Ciechi. Da parte di madre, la Nicolodi era nipote del compositore Alfredo Casella. La sorella Fiamma fu professoressa di Musicologia e Storia della Musica all’università di Firenze. Aveva anche vissuto una grande tragedia come la perdita della primogenita Anna, avuta dallo scultore Mario Ceroli, morta nel 1994 in un incidente stradale. Su Twitter si definiva "fiorentina di Bellosguardo".

Cresciuta nel mondo dell’arte e della cultura, la giovane Daria si trasferì a Roma entrando subito nel mondo del cinema dalla porta principale con la partecipazione nel 1970 al film Uomini contro di Francesco Rosi e La proprietà non è più un furto di Elio Petri. Nel suo curriculum una lunga serie di film d’autore come Salomè, folle e stravagante regia di Carmelo Bene, Il minestrone di Sergio Citti in cui recita al fianco di Roberto Benigni, Maccheroni di Ettore Scola in cui divise il set niente meno che con Jack Lemmon e Marcello Mastroianni, La fine è nota di Cristina Comencini.

Tuttavia le sue incursioni nel mondo dell’horror (Dario Argento a parte) fanno di lei l’attrice simbolo di un genere amatissimo ed esportato in tutto il mondo. Film come Shock di Mario Bava, Le foto di Gioia di Lamberto Bava, Paganini Horror di Luigi Cozzi, La setta di Michele Soavi, hanno fatto di lei una interprete simbolo del thriller made in Italy che tanti fans avrebbe avuto, persino ad Hollywood.

Un “volto” di quel cinema di genere che spesso ha messo in ombra quel segmento di carriera costellato di cinema colto ed impegnato, ben presente nel suo lungo percorso artistico. In anni più recenti Daria Nicolodi è stata diretta anche da Giovanni Veronesi in Viola bacia tutti che ha visto protagonista assoluta la figlia Asia. Non meno importanti le sue partecipazioni televisive come Ritratto di donna velata a fianco di Nino Castelnuovo, grande successo per uno degli sceneggiati più popolari degli anni Settanta (comparve anche nel cast di “Il mostro di Firenze”). Una lunga e prestigiosa carriera, interrotta per scelta qualche anno fa. E come “buen retiro”, l’attrice aveva scelto nuovamente la sua Firenze. Una morte improvvisa e prematura, annunciata dal compagno di una vita e dalla figlia Asia che ha deciso di ricordarla con un messaggio davvero toccante pubblicato su Instagram. La prima frase di un lungo “atto d’amore recita….“Riposa in pace mamma adorata. Ora puoi volare libera con il tuo grande spirito e non dovrai più soffrire”.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro