Cesare Cremonini: "La mia carriera, una nota partita piano e arrivata ai grandi stadi"

Firenze, l'intervista all'Artemio Franchi poco prima di salire sul palco per la data toscana del tour "Cremonini Stadi 2022"

Cesare Cremonini

Cesare Cremonini

Firenze, 22 giugno 2022 - Divani bianchi e luce soffusa in una grande stanza dello stadio Artemio Franchi. A Firenze il pre-concerto di Cesare Cremonini, nell’ambito del Tour 2022, è fatto di riti e concentrazione. Ma con l’esperienza e la tranquillità di chi, successo dopo successo, calca il palco da molto. Fuori c'è il suo pubblico. Che affronta il caldo con il sorriso sulle labbra. Un pubblico davvero di tutte le età. Migliaia di persone, con la musica che si prende lo stadio per una sera. «L’emozione - dice un’ora prima dell’inizio della serata - è sempre grande. La mia carriera è una lunga cavalcata, una nota partita piano e arrivata ai grandi stadi».

Cesare Cremonini concerto Imola 2022, treni e parcheggi. 70mila in Autodromo

Ci sono dei riti, o dei gesti, prima dell’inizio dei concerti?

«La mia performance è articolata e fisica. Vocalmente è un concerto impegnativo. Ci sono dei riti e rappresentano un crescendo. Perché è importante arrivare ’caldo’ al momento in cui salirò sul palco. La preparazione è un percorso che si ripete». 

Un tour che arriva dopo due anni difficili per tutti. Come ha vissuto la pandemia?

«Da cittadino mi sono messo in coda come tutti. Da artista ho cercato di mettermi in sintonia con gli altri e quello che sto facendo è sicuramente il riflesso di ciò che è accaduto. E questo concerto è così, alterna il racconto della guerra personale che ognuno di noi vive a momenti di leggerezza». 

Il pubblico dei suoi concerti è particolarmente eterogeneo. Tanti ventenni, tante madri con figlie, tante signore più agée.

«Avere un pubblico del genere è per me un onore. Quando ero un cantante alle prime armi sognavo un pubblico così, che segue l’artista per il contenuto, lo sceglie, ma sa ascoltare anche altri gruppi. Gente non legata a fan club».

Nei concerti di Cremonini Stadi 2022 il momento più intenso è forse il duetto virtuale con Lucio Dalla, come è nata l'idea?

«Il tour 2022 è un progetto aperto, senza limite nato da un'idea artistica ma diventato molto di più grazie a una serie di visioni. Come duettare con Lucio Dalla, un artista che insieme a De Gregori aprì gli anni Ottanta dopo gli anni di piombo. Volevo che Lucio Dalla portasse il suo carisma e la sua poesia in questo momento difficile. C'è stata una bella collaborazione con la Fondazione Lucio Dalla, che ha estrapolato il brano "Stella di Mare". Un duetto reso possibile dalla tecnologia, un momento costruito in modo che il pubblico possa sentire il miracolo».

Il Tour è ormai verso la sua conclusione. L'ultima tappa, Imola, ha un significato speciale?

"Concludo il tour nella mia regione, l'Emilia, la terra che amo, all'autodromo di Imola. Per me appassionato di motori ha un grande significato. L'ultimo concerto è un raduno, ci saranno almeno 70mila persone. L'autodromo di Imola è un luogo dove grandi della musica hanno già svolto raduni, come Vasco Rossi. 

Se potesse parlare al Cesare Cremonini degli inizi cosa gli direbbe?

«Avrei da parlargli un bel po’, non saprei da dove cominciare. Ma alla fine lo lascerei andare senza dirgli niente, senza dargli consigli. Se sono quello che sono lo devo anche ai momenti di difficoltà, ai momenti in cui ho dovuto tirare fuori il coraggio. Momenti che oggi mi commuovono ma che mi hanno permesso di arrivare fin qui».