Bob Dylan in concerto al Mandela Forum / LA NOSTRA DIRETTA / FOTO

Appuntamento con la storia della musica popolare, ma anche con la poesia. Segui la nostra diretta

Bob Dylan

Bob Dylan

Firenze, 7 aprile 2018 - Un concerto di Bob Dylan non è solo un’esibizione musicale di grande livello. Per tanti spettatori è infatti considerato un rito. Un appuntamento con la storia della musica popolare, ma anche con la poesia. L’assegnazione del Premio Nobel 2016 per la letteratura infatti ha coronato una carriera unica e iniziata nei locali del Greenwich Village di New York e che prosegue con nuove incisioni e con i concerti del Neverending Tour. Uno di questi è in programma stasera (sabato 7 aprile) al Mandela Forum (inizio alle 21) e arriva dopo le tre serate romane che hanno aperto la trasferta italiana. Generalmente il rito consiste anche nell’indovinare quale scaletta Bob Dylan, artista assolutamente imprevedibile, proporrà al pubblico.

I brani proposti a Roma sono stati sempre gli stessi, con una scaletta leggermente variata rispetto alla data di Lisbona che ha dato via alle tappe europee: una selezione di classici, di brani relativamente recenti e di alcune riproposte del songbook americano che Dylan ha affrontato discograficamente. Quindi Blowin’ in the Wind e Don’t Think Twice, It’s Alright hanno rappresentato Freewheelin’ mentre di Highway 61 Revisited Dylan ha eseguito la traccia titolo, Desolation Row e Ballad of a Thin Man. L’album con il maggior numero di brani rappresentati (cinque) è stato Tempest, uscito nel 2012 e ogni concerto si è aperto con Things Must Change. Infine non sono mancate due cover di Frank Sinatra e Autumn Leaves di Yves Montand, già proposta a Lucca nel 2015. Ricordiamo che Dylan torna a Firenze dopo quasi sette anni: l’11 novembre 2011 infatti arrivò sempre al Mandela Forum nell’ambito del tour con Mark Knopfler, già leader dei Dire Straits. Fu un concerto dove Knopfler lasciò le sonorità da rocker per privilegiare quelle acustiche, mentre Dylan si propose in veste elettrica affiancato dalla band dove spiccava (e spicca tutt’ora) il direttore musicale Tony Garnier. Il futuro Premio Nobel ospitò Knopfler in due brani: uno dei quali, Girl From The North Country, lasciò il pubblico a bocca aperta.

Michele Manzotti

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