Firenze, 2 aprile 2013 - «UN GIORNO disse che ero il suo migliore amico, ma era mio padre, un punto di riferimento anche per molti amici miei. E quando morì vennero al funerale prima per lui e poi per me». Il padre era Mario Mariotti (nella foto) e il film a lui dedicato ha già il titolo, “La città conclusa”. L’ha scritto l’unico regista che poteva farlo con disinteresse, amore, competenza: Andrea Mariotti, suo figlio. Mario, un artista unico nel suo genere, attento, delicato, sensibile e geniale. Che è sempre stato dentro Firenze, e si sentiva parte della città, più che sentirla un posto suo. Lui, che quando non c’è stato più è stato un vuoto: è mancata la sentinella.


Non accade sempre, ma per Mario Mariotti si è verificato una specie di miracolo: un importante ente fiorentino ha capito l’importanza del progetto e finanzierà l’opera subito, entro questo anno. “La città conclusa” avrà la regia di Andrea Mariotti. «La sceneggiatura è già scritta — spiega Andrea — ed è già fatto il piano di comunicazione. Il film dovrebbe essere pronto per il 30 settembre 2013». Sarà un documento di informazione e un catalogo completo da lasciare alla storia, ai tantissimi che hanno amato il lavoro di Mario, ma soprattutto un film narrativo e sentimentale che parlerà di Firenze vista con gli occhi di Mario Mariotti artista fiorentino dei giorni nostri, attraverso una personale rilettura e interpretazione.


La linea guida sarà la figura di Mario Mariotti che passeggia per Firenze di spalle seguito dalla camera e dal suo pensiero in “voice over”, con il riccioli brizzolati e il suo inconfondibile impermeabile. Immagini evocative, la narrazione e la suggestione della colonna sonora. Sarà l’inizio e la fine di un lungometraggio che va a colmare una lacuna d’arte. E non solo per Firenze. Ancora ci si chiede perché il suo lavoro arrivavi a essere comprensibile per chiunque.
 

Dice Andrea: «Nonostante fosse in realtà profondo e complesso, il suo segreto stava nella sua capacitá di giocare con la bellezza della vita, senza chiederle nulla in cambio. La figura di Mario è importante per una città intera. E per una generazione di artisti e di artigiani che hanno lavorato con lui. Aveva una linea dritta, facile seguire, conveniva farlo, perché non era confusa».


Tra le opere di Mario Mariotti, oltre agli Animani, le prioiezioni su Santo Spirito, ricordiamo il famoso “Libro circolare”, donato alla Biblioteca Nazionale dal 1968 ed esposto al piano terra in una teca. «È talmente grande che la costola lo racchiude in sè. È un’opera assolutamente spirituale, fa parte del periodo Fluxus degli Anni ‘70: l’unica vera interpretazione di Mario all’idea di Dio, che somigli al monlite di Kubric». Mario Mariotti in un film. Giustizia è fatta.

 

 

Titti Giuliani Foti