Diabete, malati 185mila toscani. Nuovi modelli di assistenza

Il convegno ‘highway diabetes – Il paziente al centro?’ all'auditorium Attilio Monti de La Nazione

"Il paziente al centro", convegno sul diabete all'auditorium Attilio Monti de La Nazione

"Il paziente al centro", convegno sul diabete all'auditorium Attilio Monti de La Nazione

Firenze, 15 ottobre 2019 - Sovrappeso, sedentarietà, alimentazione disordinata e sbilanciata verso i grassi: uno stile di vita sbagliato aumenta in modo significativo il rischio di ammalarsi di diabete in età adulta. Sono 185mila i toscani che soffrono di questa malattia cronica. Un dato in crescita, se pensiamo che dal 2000 la percentuale di diabetici nella nostra regione è passata dal 3,5 al 4,9%.

Se guardiamo solo alla popolazione adulta, adesso in Toscana abbiamo superato quota 7%, come ha spiegato il direttore di Diabetologia dell’Azienda universitario ospedaliera di Careggi a Firenze Edoardo Mannucci, intervenuto oggi nell’auditorium Attilio Monti de La Nazione alla tappa toscana di ‘Highway diabetes: il paziente al centro?’, progetto realizzato da Motore Sanità col contributo di Lilly.

In Toscana, è di 60milioni la spesa per i farmaci dedicati a chi soffre di diabete. Una somma che arriva a sfiorare i 600milioni se sommiamo anche i costi diretti e indiretti, in primis le spese ospedaliere per i frequenti ricoveri collegati alle complicanze. Ma una via d’uscita c’è. “I nuovi farmaci, che hanno sì un costo maggiore, hanno però una più forte efficacia clinica, che si traduce in meno accessi al pronto soccorso grazie ad una riduzione delle complicanze”, ha spiegato Giuseppe Turchetti, professore di Economia e gestione delle imprese del Sant’Anna di Pisa.

Di come “rendere sostenibile quest’innovazione” si è discusso durante l’appuntamento scientifico al quale hanno partecipato, tra gli altri, Carlo Tomassini, direttore generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Regione Toscana, Claudio Marinai, responsabile Estar acquisto farmaci Toscana e Stefano Del Prato, direttore Uo Malattie metaboliche e diabetologia Aou pisana. A far gli onori di casa, la direttrice della Nazione, Agnese Pini: “E’ un onore poter ospitare personalità così illustri, impegnate in prima persona nel rendere sempre meno complicata la vita di chi soffre di una patologia cronica quale il diabete”.

La cura del diabete sta fortunatamente conoscendo una serie di importanti momenti di innovazione con l’ingresso di nuove famiglie di farmaci che, hanno spiegato gli esperti, hanno molteplici vantaggi. Intanto, creano meno problemi sia nella somministrazione che nella frequenza. Ancora, migliorano il livello di salute e, appunto, abbattendo le complicanze portano, in prospettiva, ad una calo della spesa sanitaria. Non solo. Un importante obiettivo da raggiungere è quello di cercare di coinvolgere sempre più nella gestione del paziente le farmacie ed i medici di base, per “rendere le cure sempre più aderenti”. Ed è quello che già sta avvenendo.

Basti pensare agli strumenti diagnostici che, applicati ad un braccio, misurano di continuo la glicemia e, tramite il collegamento allo smartphone, mandano un vero e proprio messaggio di ‘alert’ al paziente. Insomma, la cura è sempre più a misura di ammalato. Siccome però il diabete tende a non manifestarsi con chiari campanelli d’allarme - che anzi possono apparire quando il livello di glicemia è davvero molto elevato e magari quando alcuni organi vitali sono già compromessi, - gli studiosi raccomandano di “controllare il proprio stato di salute facendo l’analisi del sangue dopo i 50 anni”.

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