ELEZIONI COMUNALI / Bocci: "Il voto è un referendum. Si cambi"

La sicurezza al primo posto per il candidato del centrodestra

Ubaldo Bocci (New Press Photo)

Ubaldo Bocci (New Press Photo)

Firenze, 25 maggio 2019 - Ubaldo Bocci, 62 anni, ha lasciato il consiglio di amministrazione di Azimut Capital Management, dove sedeva dal 2018, per presentare la sua candidatura a sindaco di Firenze per il centrodestra. E’ sostenuto da Lega, FI, FdI e tre liste civiche. «Queste non sono elezioni normali, ma un referendum fra la conservazione e il cambiamento» 

Bocci, siamo quasi al termine di questa campagna elettorale, almeno per il primo turno. Che si aspetta dalle urne? «La prima sensazione è di gratitudine per tutte le persone, le storie che ho incontrato che sono la vera molla da cui ripartire da subito. Domani è solo il primo tempo di una partita, e noi siamo già pronti per il secondo. Sia a livello tecnico sia soprattutto a livello mentale. La nostra coalizione ha una importante squadra di governo. La battaglia per cambiare Firenze è appena iniziata».

Cosa rimprovera all’amministrazione uscente? «L’amministrazione uscente è l’ultima, e direi anche la più scialba, propaggine di un sistema di potere ultradecennale. Un sistema di potere che si è via via chiuso in se stesso. E ha perso il contatto con la città concreta, quella delle botteghe, dei piccoli esercizi commerciali, dei quartieri, dei giovani, del fiorentino che lavora e intraprende ogni giorno. Sono arrivati a negare l’emergenza sicurezza...

Che invece secondo lei esiste... «L’emergenza sicurezza esiste oggettivamente nel momento in cui il prefetto arriva a dover decretare 17 ‘zone rosse’. E’ la certificazione di un’incapacità, quella del sindaco e della sua giunta a garantire la sicurezza urbana. La mia prima azione una volta eletto sarà dare vita all’Operazione Firenze Sicura».

Un altro punto che la distingue da Nardella «Partirei dal fatto che manca una visione d’insieme nell’affrontare i problemi. Ho una visione opposta dei grandi temi della mobilità, viabilità e infrastrutture. Sono per l’ampliamento dell’aeroporto. Voglio soluzioni avanzate per la città; i nostri esperti hanno esaminato i modelli più avanzati delle città straniere. Qui siamo a parlare di binari e di ‘tramvia’, l’orgoglio di Nardella, in realtà è un treno che taglia in due la città, un progetto nato vecchio nella tecnologia e a impatto devastante su molte aree della città. Mai visti i treni sospesi di ultima generazione...? Il modello di sviluppo di una città deve essere armonico, non penalizzare il traffico delle auto private, riconsiderare soluzioni meno impattanti a costi analoghi, come quella della metropolitana, prevedere un aumento dei parcheggi che è ormai un’emergenza non più rinviabile».

Negli ultimi giorni lei ha preso contatto con alcuni investitori interessati alla Fiorentina... «Tengo a ribadire quel che sta succedendo, proprio perché per me, nato a Firenze e cresciuto a pane e Viola, la Fiorentina è un bene sacro. Con l’amico Sergio Albarelli, che è un top manager mondiale di livello assoluto (JP Morgan, Franklin Templeton tra le altre) abbiamo avuto una serie di contatti con alcuni grandi investitori internazionali, interessati a scommettere sul sistema-Firenze, e quindi anche sulla Fiorentina. Non stiamo parlando ‘solo’ di una squadra di calcio, ma di un asset strategico, industriale e commerciale. Gli estremi per operazioni di alto livello ci sono tutti».  

Il suo ultimo appello agli elettori, il motivo per cui dovrebbero votare per lei? «Queste non sono elezioni normali, questo è un referendum. La scelta è tra la conservazione e il cambiamento. Io credo che quando un sistema di potere si protrae per troppo tempo, il suo unico interesse diventi quello di autorigenerarsi, perdendo di vista il bene comune. Democrazia è anche, e forse sopratutto, alternanza. Mi sembra che lo slogan del sindaco uscente sia ‘Firenze è la città che siamo’. In questo è stato coerente: lo dichiara proprio, che per loro la propria fazione e il proprio sistema sono la città. Io invece voglio restituire Firenze a tutti fiorentini».  

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