Elezioni, Renzi chiude la campagna del Pd a Firenze / FOTO

Lampredotto e ribollita. Poi il comizio dal centro della sala mentre il palco è occupato da un maxischermo. Da Piombino arrivano gli operai Aferpi. "Grazie per la promessa mantenuta"

Matteo Renzi all'ObiHall (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Matteo Renzi all'ObiHall (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Firenze, 2 marzo 2018 - Tutto esaurito all'Obihall di Firenze per l'evento di chiusura della campagna del segretario del Pd Matteo Renzi. Occupate le file di sedie sistemate nel teatro, molte le persone in piedi. Tante le bandiere del Pd, e ci sono anche banchetti dove si servono piatti tipici fiorentini, ribollita e panino al lampredotto, insieme a bicchieri di vin brulè.

Novità, il comizio di Renzi non si tiene sul palco, occupato interamente da un megaschermo, ma al centro della sala, dove è stato collocato un quadrato rialzato circa un metro rispetto al suolo, con un podio e le bandiere dell'Europa, dell'Italia, e del Pd. Prima del comizio sul grande schermo proiettata l'intervista di Renzi a Porta a Porta.

Presenti oltre al sindaco di Firenze Dario Nardella alcuni dei principali candidati toscani del Pd, come il ministro per lo Sport Luca Lotti, la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, il segretario del Pd Toscano Dario Parrini, l'europarlamentare Nicola Danti.

"Siamo venuti oggi da Piombino per dire grazie per la promessa mantenuta". Così un gruppo di operai dell'Aferpi di Piombino, passata ieri da Cevital a Jindal, dal palco del comizio finale di Matteo Renzi. "Eravamo andati sul suo treno, a chiedergli cosa si poteva fare per risolvere le nostre difficoltà - hanno raccontato - Lui ci disse che la strada da seguire, a suo parere, era la vendita, e chiamò davanti a noi i ministri Calenda e Bellanova. Oggi possiamo dire che la promessa che ci fece è stata mantenuta, e così siamo venuti qui dire grazie".

"Vorrei che tutti cantassimo l'inno per concludere la nostra campagna elettorale per cancellare il momento più brutto di questa campagna elettorale anche per dire che l'Italia non è di quell'assassino fascista che si è messo il tricolore sulle spalle dopo aver sparato, a Macerata, alla sede del Pd e a degli immigrati", ha detto il segretario del Pd. Le oltre mille persone presenti al teatro Obihall hanno accolto l'invito e hanno intonato l'inno di Mameli.

Molti i temi toccati durante il comizio di chiusura. "Caro Di Maio - ha detto Renzi - prima di fare un governo con te stiamo all'opposizione. I voti non te li daranno i cittadini, non te li darà il Pd". Poi ha proseguito: "C'è una cosa sola di cui ci vergogniamo: ci vergogniamo di voi e del vostro linguaggio, cari 5 stelle. Oggi abbiamo visto una piazza per tre quarti vuota, e le piazze non si falsificano, non sono come bonifici; le piazze o le riempi o sono vuote", ha aggiunto. E ancora: "Questo modo violento non fa male al Pd, fa male all'Italia. E noi non ci vergogniamo di essere del Pd, noi siamo orgogliosi di essere del Partito democratico". Un passaggio accolto da un lungo applauso, e questo nonostante "abbiano fatto di tutto per farci vergognare del Pd: scandali, prove false, finte notizie, violenze verbali e insulti. Anche gli attori del nostro spot sono stati insultati. Tutto questo fa male all'Italia, non non ci vergogniamo di essere del Pd", ha concluso.

Ma Renzi le stoccate non le ha riservate solo a Di Maio. "Nessuno di noi userà mai strumentalmente il Vangelo, il rosario, per strumentalizzare il voto cattolico - ha detto riferendosi a Salvini - Il vangelo andrebbe letto prima almeno e dentro il Vangelo c'è scritto di dare da mangiare agli affamati, di dare da bere agli assetati; noi in questi anni lo abbiamo fatto, abbiamo salvato le vite di migliaia di persone".

Non è mancata una battuta: "Mi aspettavo proponessero Nardella a qualche ministero", e, sorridendo, guardando il sindaco di Firenze in prima fila ha aggiunto: "Secondo me lo hanno fatto e lui è uno di quelli che gli ha detto di no, ce ne sono molti...", ha concluso il segretario del Pd.

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