Renzi chiude la campagna elettorale al Piazzale

Venerdì sera più di mille persone per lui all’Obihall con i candidati Pd

Matteo Renzi all'Obihall (NewPressPhoto)

Matteo Renzi all'Obihall (NewPressPhoto)

Firenze, 24 febbraio 2018 - Nonostante le previsioni gelate per il 2 marzo, per ora nessuno è riuscito a convincere il segretario Pd Matteo Renzi a cambiare idea: chiuderà la campagna elettorale al Piazzale Michelangelo, nella sua Firenze, nel suo collegio uninominale del Senato, il Toscana 1, dove è candidato per essere eletto per la prima volta in parlamento.

E dove ieri sera ha apparecchiato con le tovaglie rosse per mille persone all’Obihall: 70 tavoli imbanditi per un dopocena glocal, tra arance e mandarini della Sicilia, baccelli e pecorino di casa, noci di Sorrento, un bel fiaschetto di Chianti da bere a gottini. «Ci sono un sacco di indecisi. Qui pochi, ma fuori di qui sono tantissimi. E’ quasi comprensibile perché questa campagna elettorale è una delle più brutte degli ultimi anni».

E’ in forma e fa il mattatore come ai vecchi tempi, Matteo Renzi, che sale con un ritardo di mezzora sul palco dell’ex Tenda, davanti a tante facce amiche: c’è anche il suo barbiere Tony Salvini, oltre ai molti compagni delle Leopolde. Con lui, i candidati del Pd Rosa Maria Di Giorgi, Roberto Giachetti, Lorenzo Becattini, Francesco Bonifazi, Caterina Biti («Siamo rispettosi delle minoranze, abbiamo candidato una juventina», sorride l’ex premier), Dario Parrini, David Ermini, Luca Lotti («Che arriva con un ingresso modello Piccolo diavolo», dice Renzi).

«E’ una campagna un po’ stravagante perché nessuno parla di cose concrete – dice – Il lider maximo è Berlusconi, in una forma spaziale. Dice una serie di cose a cui finge di credere e alla fine si convince anche che siano vere. Meno tasse? Lo promette da decenni: ‘dal prossimo anno meno tasse’, come faccio io con la dieta, da lunedì, vero Agnese?», Renzi cerca la moglie che è in sala, sorridente. Una searata piena di entusiasmo, un serrate le fila per convincere gli indecisi nel rush finale, con l’obiettivo di fare il miglior risultato in Toscana e a Firenze, con il conforto che alla fine chi ancora non ha scelto trovi la voglia di premiare la continuità di governo e voti il Pd. Renzi ha già pianificato tutto nei dettagli per il finale col botto. Appuntamento venerdì con i fiorentini – ma in diretta streaming con il mondo – dal Piazzale Michelangelo. Lui starà a prua: è lì che sarà montato il palco, sulla punta più ventosa del Piazzale, quella che guarda a Ovest, ma davanti al bassorilievo in ceramica di Firenze, e soprattutto dominando quel bendidio di panorama che da lassù sfacciatamente si mostra.

Ma intanto piede sull’acceleratore. «Bisogna fare uno sforzo in più per rendere evidente il rischio di questa campagna elettorale – dice il leader Pd all’Obihall – Vanno ad altezza uomo, non si fermano davanti a nulla, pensate alle fake news. Utilizzano tutti i canali della disinformazione e il grave è che c’è un disegno. Tutte le cattiverie ci vedono sempre responsabili, di tutto. Stanno insultando il Pd per tutto, tra poco è colpa del Parrini se sta arrivando Burian».

Battute, sorrisi e argomenti seri. Terribilmente seri. Il problema è che dobbiamo «recuperare un minimo di lucidità perché se continuiamo a esasperare i toni, finisce che i toni giusti sono quelli di Salvini», dice Renzi che insieme al leader della Lega punge anche la sinistra. «Io sono in grado di dirvi chi trionferà al ‘Vinci Salvini’ il 5 marzo: è Massimo d’Alema perché ogni voto dato a D’Alema è un ‘vinci Salvini’», commenta ironico Renzi dopo aver mostrato sul maxischermo il post della guida della Lega che sui social ha lanciato il concorso ‘Vinci Salvini’. Ma ne ha per tutti l’ex rottamatore che in platea colleziona un bel po’ di diversamente giovani. «Il Pd non prende lezioni di onestà da un partito che candida i truffatori», spara ai Cinque stelle. Ricordando di essere rimasto vittima della macchina del fango: «Verrà fuori l’incredibile campagna aggressione subita, i finti scandali come quello della Consip, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Noi non ce ne siamo dimenticati».

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