PD, Orfini: Nardella ha ragione, congresso ora non ha senso

il deputato Dem, ex presidente del Partito Democratico interviene nel dibattito toscano: "La candidatura di Conte a Siena mi pare poco opportuna, è bene che decidano i territori. il Pd è in lockdown politico

Matteo Orfini, foto tratta da pagina FB

Matteo Orfini, foto tratta da pagina FB

Firenze, 24 febbraio 2021 - Nel Pd ha fatto praticamente tutto, da commissario della federazione romana, al presidente, al segretario reggente, al parlamentare. Oggi Matteo Orfini è un deputato molto critico nei confronti della linea impressa dal segretario Nicola Zingaretti e dalla sua segreteria. 

Perché?

Ovviamente non è un fatto personale. Per come la vedo io in questo ultimo anno abbiamo rinunciato ad un nostro protagonismo, alla centralità delle nostre idee, delle nostre  battaglie  in nome di un accordo con il movimento 5 Stelle che non abbiamo voluto vivere come emergenziale, cioè figlio di una stagione eccezionale nata  per evitare  che Salvini andasse a Palazzo Chigi con i 'pieni poteri', e  lo abbiamo trasformato via via in un accordo politico. Ed in nome di quell'accordo abbiamo rinunciato a definire il profilo autonomo  del PD, diventando di fatto  il partito di Conte, e  lasciando senso di vuoto nel nostro elettorato. Cosa vuole il PD? A questa risposta si  fatica a rispondere: l'unica cosa chiara  è che vuole l'accordo con 5 stelle. Ma la politica non è fatta solo di alleanze. E' bene altro. 

Gli zingarettiani dicono "con M5S abbiamo governato bene, loro sono maturati, il PD se si isola perde". Non è d'accordo con queste obiezioni? 

Beh, la ritengo una tesi suggestiva. Abbiamo governato bene? Direi che insieme abbiamo governato benino, in alcuni casi non magnificamente.  Su certi temi in particolare,  come  scuola e giustizia, abbiamo pagato prezzo alto all'alleanza,  sacrificando le nostre idee. Riguardo alle elezioni, laddove abbiamo vinto è perché abbiamo  presentato uno schema di centro-sinistra classico. Mentre quando ci siamo alleati con il Movimento 5 Stelle, come in Umbria e in Liguria, abbiamo perso.  

Ma lei un'alleanza organica con il Movimento 5 Stelle la vede così innaturale?

Sono i fatti a dirlo. Ci sono differenze enormi tra noi e loro su temi fondamentali. A partire dalla democrazia rappresentativa che loro mettono in discussione, non a caso hanno voluto il taglio dei parlamentari ed hanno un atteggiamento con venature antipolitiche anche nei confronti delle istituzioni. Lo stesso si dica sulla Giustizia: non sono io a dirlo, ma giustizialismo ed antigarantismo sono  un loro tratto fondativi. Il lavoro stesso  per loro è solo salario a fine mese per noi è il perno di cittadinanza come dice la Costituzione. Il lavoro non è solo il salario e  non lo si può sostituire con il reddito di cittadinanza. E via così.

Cosa pensa della candidatura di Conte a Siena?

Penso che debbano legittimamente  deciderlo gli iscritti e gli elettori del PD di Siena, non io che sono romano e nemmeno altri romani. Prima di candidare qualcuno è bene rispettare quello che dicono gli amici e i compagni di Siena, che sono molto gelosi per altro, e giustamente,  della loro autonomia. Quindi i bisogna rispettarla. Io dico che la Regione e le principali città sono state vinte con alleanze di centro-sinistra di cui  M5S non faceva parte.  L'idea che si comunichi nemmeno con un'intervista, ma con un retroscena,  che bisogna sfasciare quell'alleanza vincente per far posto ad un ex presidente del Consiglio in nome di un accordo nazionale mai discusso in un congresso è ben strano e non mi meraviglia che in Toscana sia contestato. 

E della spaccatura nella direzione regionale? 

E' una discussione politica figlia di quello che dicevo e di quanto accaduto In un partito in cui c'era una gestione unitaria su un tema così dirimente di futuro e prospettiva, se cambiano gli elementi di fondo di questo accordo  è abbastanza naturale che si discuta anche aspramente. Non mi meraviglia. Ripeto, il tema è: che Pd immaginiamo per il futuro? 

Sul tema del Congresso?

Sono d'accordo con quello che ha detto il sindaco Nardella:  abbiamo bisogno di fare un congresso serio,  di prospettiva. E non  si può fare in piena pandemia, magari su zoom. Per noi il congresso è quella cosa in cui si discute prima nei circoli, poi si chiamano gli elettori ai gazebo per votare il  segretario, quindi un  grande momento di discussione e coinvolgimento popolare. Potremmo fare una cosa del genere in pandemia. Evidentemente no. Allora  quando sarà, speriamo presto, si faccia un  congresso che rifondi il PD. Siamo in crisi di identità. Mi piacerebbe che noi a un cittadino che chiede cosa vuole il PD dessimo  risposte chiare, una prospettiva  che non è solo politica di alleanze ma anche progetto. Oggi non lo è da tanto tempo. Va capito come tornare a renderlo tale. 

Domenico Guarino

 

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