Il Pd contro il Pd, Simoni contro tutti. Denuncia ai carabinieri per minacce

Figline, nuovo atto intimidatorio alla presidente del consiglio comunale

Cristina Simoni

Cristina Simoni

Figline Incisa (Firenze), 21luglio 2018 - Denuncia tutti. Cristina Simoni, presidente del consiglio comunale eletta con i voti del Pd, si è rivolta ai carabinieri per intimidazioni e minacce ricevute da ignoti, ma in qualche modo riconducibili a qualcuno che parteggia per il suo stesso gruppo consiliare. Il Pd contro il Pd. Le correnti soffiano forte, nel consiglio comunale di Figline Incisa. E non sono le prime. Già il 3 maggio scorso la Simoni aveva denunciato di essere stata aggredita. Da un assessore, Mattia Chiosi.

"Avvenne a seguito di una discussione sulla regolarità dell’erogazione di contributi che erano stati concessi dal Comune ad associazioni aretine – racconta a La Nazione Cristina Simoni, che si è rivolta allo studio legale dell’avvocato Guglielmo Mossuto –. Fui affrontata davanti a testimoni. Lui prima mi aggredì verbalmente e poi mi diede una spinta".

"Sulla legittimità di tali atti – spiega l’avvocato Mossuto – aveva già espresso perplessità il presidente della prima commissione, paventando un eventuale mancato rispetto dell’articolo 52 dello Statuto comunale (che prevede un’iscrizione all’albo comunale e regionale, ndr), perciò la presidente Simoni preannunciò un voto di astensione sul rendiconto, e questo scatenò la reazione dell’assessore coinvolto dalla questione".

Successivamente Chiosi si dimise, ma non si scusò mai con la presidente. Martedì un nuovo grave episodio: "Ho trovato sul lunotto della mia auto un messaggio intimidatorio, con tanto di croce e disegno di una sepoltura, e la scritta “Dimettiti, ti merita”.

Nessuna firma, ma ieri la mossa – non tanto a sorpresa – avanzata dai consiglieri comunali non lascia spazio a dubbi sul clima in area Pd. Otto su dieci consiglieri comunali di maggioranza hanno firmato una mozione di sfiducia nei suoi confronti. La Simoni dimostra coraggio e presenta denuncia ai carabinieri, specificando di non essere a conoscenza di chi materialmente abbia scritto il messaggio minatorio. "Ma – precisa l’avvocato in una lunga dichiarazione scritta – ho richiesto una valutazione da parte della Procura. A tali eventi, si sono aggiunti altri episodi sui quali la mia assistita intende chiedere una valutazione del prefetto. Ad esempio l’atto compiuto da alcuni consiglieri Pd, il 12 luglio, quando hanno fatto mancare il numero legale per la seduta comunale, per poi dichiarare alla stampa che tale ostacolo ai lavori consiliari doveva intendersi “come messaggio” rivolto alla presidente".

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