Fiamma Nirenstein rinuncia, non sarà ambasciatrice

Nove mesi fa Netanyahu l'aveva indicata come ambasciatrice d'Israele a Roma. La rinuncia per "ragioni personali"

Fiamma Nirenstein (Imagoeconomica

Fiamma Nirenstein (Imagoeconomica

Roma, 11 maggio 2016 - A quasi nove mesi dall’indicazione di Benyamin Netanyahu come prossimo ambasciatore israeliano a Roma al posto di Naor Gilon, Fiamma Nirenstein ha annunciato ieri sera di rinunciare all’incarico che sarebbe scattato questa estate. Si chiude così una vicenda agitata fin dal suo inizio quando sia i vertici della Comunità ebraica romana sia lo stesso rabbino capo della capitale Riccardo Di Segni sollevarono non poche perplessità.

"Sono convinto – disse allora Netanyahu – che Nirenstein avrà successo nel rendere più profonde le relazioni tra Israele e Italia, un Paese nostro stretto amico".

Ma le polemiche non si fermarono, specie da parte del quotidiano liberal israeliano Haaretz. In questi mesi, Nirenstein – che da tempo ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Israele assumendo la cittadinanza israeliana – ha scelto di non commentare nessuno degli interventi, procedendo nella fase amministrativa che precede l’assunzione dell’incarico. Ieri l’ex giornalista e parlamentare italiana del Pdl ha avuto un colloquio il direttore generale del ministero degli Affari Esteri Dore Gold, al termine del quale è arrivato il suo annuncio.

"Ho informato il primo ministro – ha scritto Nirenstein in una nota – che ho deciso di ritirare la mia candidatura come ambasciatore di Israele in Italia per ragioni personali".

"Ringrazio il primo ministro per la sua fiducia in me e voglio esprimere – ha proseguito – la mia volontà di continuare a contribuire allo Stato di Israele al meglio di quanto posso".

Poche settimane fa fonti di Palazzo Chigi avevano smentito indiscrezioni riportate da Haaretz secondo cui lo stesso Renzi aveva chiesto con "un messaggio riservato" a Netanyahu di "riconsiderare" la scelta di Nirenstein. Pochi giorni dopo, nuovo affondo di Haaretz nel quale il quotidiano tirava fuori un pezzo del 1996 nel quale Nirenstein, allora giornalista inviata in Medio Oriente, si riferiva in termini poco lusinghieri a Sarah Netanyahu, moglie del premier. Una fonte qualificata dell’ufficio di Netanyahu ha ribadito che la scelta di Nirenstein attiene a ragioni esclusivamente personali e ha negato qualsiasi "messaggio" da parte di Renzi al premier israeliano.

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