Senato, il sì di Nencini al Var. "Ho spiegato tutto ai miei figli"

Parla il senatore socialista toscano: la scelta della fiducia al premier Conte, la fatica dello zio Gastone e un pensiero a Craxi (e al comunismo)

Riccardo Nencini

Riccardo Nencini

Firenze, 20 gennaio 2021 - Senatore Nencini, ieri sera il suo nome, insieme a quello del suo collega Ciampolillo, è risuonato nelle case di milioni di italiani che seguivano il voto in Senato. Che effetto le fa ripensandoci? 

"È capitato a molti di arrivare al voto sul filo di lana. L'importante è aver votato". 

In che riunione era finito? 

"Ero impegnato in una riunione della segreteria nazionale del mio partito per valutare la replica del Presidente Conte e stabilire il voto, con tutti gli strascichi del caso". 

A casa sua come ha spiegato l'epilogo di ieri sera e in particolare ai suoi figli? 

"La più piccola stava seguendo il dibattito al Senato, come il fratello. La più grande stava lavorando in ospedale. Colpo di telefono e rapida spiegazione. Penso di averli convinti". 

Suo zio Gastone, vincitore di un Tour, che le avrebbe detto? 

"Io fatico soprattutto con la testa. Lui faticava con successo con la testa e le gambe. Un fisico bestiale". 

Dopo averci dormito su è  sempre convinto delle promesse di Conte che l'hanno portata a votare la fiducia?

"Questa è la politica vista dal buco della serratura. Nessuna promessa ma l'impegno a presentare un progetto strategico per governare l'Italia. Tutto alla luce del sole. Relazione del presidente Conte in aula, intervento di Nencini di faccia ai senatori". 

Ora che succede? Lei guida il nuovo gruppo dei costruttori che rendendosi organico supporterà la maggioranza? 

"Io ero già parte della maggioranza a differenza di chi proviene da gruppi di Centrodestra. Il sostegno a Conte dipende dalla qualità del progetto di governo che presenterà per tirare via gli italiani dalla crisi. Bisogna avere una visione strategica complessiva, non pizzicare voti di parlamentari qua e là. Aspettiamo di vederla e e verificarla".

Rimpasto o Conte ter?

"Nuovo governo". 

Chi alla guida?

"Si parte dal Conte ter"

C'è chi dice che è pronto per lei in posto nell'esecutivo

"Se ne dicono così tante... si è scritto che ero con Mastella e Mastella ha smentito, tanto per citarne una. Io non ho ricevuto nessuna offerta". 

 Lei si è  detto sempre uomo delle istituzioni. Mattarella che penserà di tutto questo caos? 

"Immagino che sarà preoccupato per le sorti del suo Paese. Dal colle vengono buoni consigli". 

Con Renzi tutto ok? Che le ha detto della sua scelta di votare sì? 

"Abbiamo fatto due interventi diversi. Riconosco i suoi meriti nell'aver modificato in meglio il recovery plan. Non ho condiviso l’azzardo del ritiro delle due Ministre, anche se da novembre si viveva in una sorta di crisi strisciante". 

Il gruppo Italia Viva trattino Psi, come dice lei sopravvive? E come può con lei che sta in maggioranza e Renzi all'opposizione? 

"Non lo dico io. È un fatto e basta. Renzi si è astenuto, non ha votato contro. È già successo che io abbia votato diversamente da lui, peraltro in due occasioni importanti: la riforma Bonafede della Giustizia e il decreto scuola". 

Lei ha ricordato nel suo discorso al Senato di governi fragili e balneari. Come definirebbe questa nuova fase del governo Conte?

"Un governo in divenire". 

I socialisti, grazie a questa botta di notorietà, ritroveranno orgoglio e senso di appartenenza?

"Ci è successo spesso di avere ragione senza la possibilità di avere un megafono.  Oggi avremmo ragione a condizione che si mettano in rilievo le proposte che abbiamo avanzato: non scaricare il debito pubblico sulle spalle delle nuove generazioni, progetti puntuali nel recovery plan, fine dei bonus e sostegno alle categorie più fragili, riapertura delle scuole. In queste ore ricorrono due anniversari: la morte di Craxi e i 100 anni dalla nascita del Pci. Craxi ha avuto ragione; il comunismo nel mondo si è rivelato una straordinaria storia sbagliata". 

A proposito di comunisti. Il 21 gennaio è il centenario del Pci e della scissione dai Socialisti. Quanto è  lontana quella politica?

"Era un altro mondo. Ma va sottolineato un  aspetto: allora stava emergendo il fenomeno fascista, oggi la sconfitta di Trump non cancella l'ondata populista. La notte non è ancora finita".

 

 

 

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