Elezioni, Nardella sbanca le urne, altra vittoria al primo turno: "Un dato storico"

La festa nel comitato elettorale del primo cittadino, che vince restando per tutto lo spoglio stabilmente oltre il 50%

La festa di Nardella in piazza della Signoria (New Press Photo)

La festa di Nardella in piazza della Signoria (New Press Photo)

Firenze, 28 maggio 2019 - «Partita chiusa. Ha vinto Firenze!». E’ un Nardella felice, ma visibilmente stanco quello che alle cinque della sera, minuto più, minuto meno, plana – letteralmente – in Sala d’Arme. Alle sue spalle la maxi proiezione con i risultati che dai seggi continuano ad affluire.

Mentre parla la barretta blu della percentuale segna già il 57 per cento, ma lui sceglie la linea soft. «E’ ancora presto per parlare, lo spoglio è in corso, ma possiamo già dire che siamo al 52- 53 per cento, non c’è dubbio che risultato clamoroso ogni oltre più rosea aspettativa. Possiamo dire con ragionevole certezza che la vittoria è al primo turno».

Poi, in un silenzio assoluto di cui raramente si gode nella sala con l’alto soffitto a volte, i toni si accendono e le parole prendono il sopravvento. «E’ un risultato storico. E’ la prima volta, da che c’è l’elezione diretta, che un sindaco viene eletto per due volte al primo turno». E ancora: «Hanno vinto i fiorentini, hanno vinto tutti quei cittadini che hanno creduto in questo cambiamento, che deve ancora completarsi, sprigionarsi, in tutta la sua profondità ed efficacia».

Già, perché a questo punto il bis sindaco Nardella ha chiari progetti e intenti: «Ora ci dobbiamo rimboccare le maniche e innescare un’ulteriore accelerazione per il cambiamento di questa città».

Lui in realtà ha già mollato gli ormeggi (se mai li ha avuti): «I fiorentini mi hanno dato un mandato inequivocabile per proseguire nel processo di trasformazione della città e per fare di Firenze ancora di più un modello politico e istituzionale». La sua prima dichiarazione da sindaco nel secondo mandato, però, è per incassare lo stop alla Via dell’aeroporto decretato dal Tar: «Credo che la strada maestra sarà il ricorso al Consiglio di Stato».

E nel giorno del trionfo non aggiugiunge altro. L’orgoglio è tanto. Certo. Ma ci sono anche «gioia e emozione grandissima»: «abbraccio i miei cittadini che mi hanno incoraggiato e seguito, che si sono riconosciuti nella nostra battaglia. Quando dico che ha vinto Firenze ci credo, il nostro primo partito si chiama Firenze, abbiamo lavorato sulla nostra identità, sui nostri valori».

E poi c’è il dato politico. Quello che consacra definitivamente ardella in un ruolo nazionale, ormai non più come erede dell’ex Matteo Renzi. «Il dato politico è immenso – scandisce bene Nardella – sia alle europee che alle amministrative abbiamo il Pd più forte d’Italia e il differenziale più ampio fra Pd e Lega che si possa registrare in una grande città italiana. Ed è un dato politico che si lega al significato di Firenze che è un simbolo per la politica italiana non solo per il Pd, tant’è che la Lega ha fatto di tutto per conquistare questa città, il leader Salvini è venuto qui tre volte indicando Firenze come città simbolo da espugnare. Il risultato però è nettissimo sia civico, ripeto, che politico».

Il primo ringraziamento è per i cittadini, il secondo ai volontari che lo hanno aiutato in questa (per lui) lunga maratona, poi alle sei liste che lo hanno sostenuto («sono state decisive per questa vittoria al primo turno»), c’è un ringraziamento persino a tutti gli avversari («che hanno consentito di mantenere i toni di questa campagna elettorale nell’ambito di una sostanziale correttezza». L’ultimo grazie, è il più prezioso: «a mia moglie e ai miei tre figli, perché è a loro che devo tutto». La conclusione è un invito: «Ci vediamo alle 21 in piazza della Signoria». Per la festa del nuovo inizio.

 
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