Le nostre interviste/ La sfida ecologica di Nardella. "Così cambio la città"

Renzi? Divisi, ma resta l’amicizia Commisso? Più loquace di Ddv. L’appello: «Gli imprenditori fiorentini ritrovino coraggio guardando quello che fanno gli investitori stranieri». Sullo stadio alla Mercafir: «È il luogo perfetto»

Il sindaco Dario Nardella

PRESSPHOTO Mandela Forum , Rinfresco di Natale con gli anziani dei Centri dell'eta' libera.

Firenze, 3 gennaio 2020 - Caro sindaco Nardella che voto darebbe al suo 2019?  «Il voto lo danno i fiorentini»

Anche Mariano Rumor avrebbe risposto così... «Magari ci fossero ancora in Italia politici di quella generazione e di quella stoffa lì...».

Mi dica allora qual è stata la cosa più bella per lei del 2019... «Qui non ho difficoltà a risponderle: la rielezione a sindaco».

A ribadire di nuovo il concetto che i voti li danno i fiorentini... «Perché per chi fa politica non è cosi?»

In pochi credevano che lei potesse farcela al primo turno. «Ha pagato più il saper fare del saper parlare».

Molti dicono però che il centrodestra ha sbagliato di nuovo candidato. «Si vince anche per demerito dell’avversario».

Pensa che il nome del candidato a Salvini lo abbia suggerito Verdini? «Nel caso non so, leggo però che sono quasi parenti».

C’è una leggenda che vorrebbe Verdini sostenitore di candidati deboli di centrodestra in una logica di cripto consociativismo... «Questa proprio non la so. Chiedete a Verdini se è vero».

A proposito: la fa più arrabbiare Salvini o il sindaco di Campi Bisenzio? «Salvini è un avversario, Fossi un compagno di partito, ma siamo toscani si sa, ognuno vorrebbe lo stadio a casa sua».

Torniamo al 2019: qual è la cosa più brutta che le è accaduta? «La frattura fra il Pd e Renzi.»

Già Renzi: per lei cos’è, un compagno che sbaglia o un amico che delude? «Nessuna delle due. Ognuno fa le proprie scelte politiche che, per quanto laceranti possano essere, non modificano un’amicizia».

Renzi ha fatto fare al Pd un governo coi 5 stelle... «Inizialmente sulla cosa io ero diffidente, poi ne ho capite le ragioni. Spero di non dovermi ricredere nuovamente».

Mai pensato di allargare la maggioranza di Palazzo Vecchio ai 5 stelle? «E’ presto per dirlo, ma ritengo opportuno avere con i 5 stelle un dialogo nuovo che sia più in sintonia con la maggioranza di governo nazionale».

Questo governo ha un futuro o rischia di essere vicino al capolinea? «Non è facile rispondere. In Italia abbiamo avuto 61 governi in 50 anni. Il destino del governo lo decide il governo stesso. Se fa le cose, dura. Altrimenti no».

Cosa dovrebbe fare secondo lei? «2 o 3 cose chiare e forti. Il governo precedente si è caratterizzato su pochi obiettivi, quota 100, reddito di cittadinanza, che non condivido ma almeno erano semplici e comprensibili. L’attuale governo su quali obiettivi forti e incisivi legherà la propria azione?».

Giuseppe Conte cos’è, una speranza per il Pd o il manifesto della sua crisi? «"È il presidente del Consiglio e noi speriamo che lo faccia bene e abbia coscienza del rapporto vitrale tra territori e centro».

Se le faccio la stessa domanda cambiando soggetto? «Ovvero?».

Le sardine sono una speranza per il Pd o il manifesto della sua crisi? «Le sardine, come i ragazzi di Hong Kong e Greta, sono una speranza per tutti, non solo per il Pd».

E perché mai? «Perché indicano una vivacità della società civile e un bisogno nuovo di partecipazione».

Come vede allora il futuro delle stesse sardine? «Spero non vengano inscatolate da nessun partito ma rappresentino nuova linfa per la democrazia».

Signor sindaco, dicono che oggi lei aspiri a un ruolo nazionale nel Pd... «Per definizione il sindaco di Firenze ha già un ruolo nazionale nel Pd. Quello che conta è far bene il proprio mestiere di primo cittadino».

Hanno senso i renziani senza Renzi nel Pd? «Le etichette di “renziani“ e “antirenziani“ nel Pd non hanno mai avuto senso. Lo dice sempre anche lo stesso Renzi».

Premesso che i voti li danno i cittadini, lei che voto darebbe alla segreteria Zingaretti? «Darei 7 per il senso di equilibrio e la capacità di dialogo, e 5 per il coraggio e l’innovazione, la media è sufficiente».

Siamo sempre a Rumor... evvabbè, torniamo al 2019: qual è l’errore che più si rimprovera? «Non aver fatto abbastanza per i poveri di questa città».

Un errore rimediabile. «Al proposito io ho un desiderio».

Quale? «Qualche giorno fa sono stato all’albergo popolare e ho visto che alcune aree sono in cattivo stato».

Quindi? «Quindi entro la fine del mio mandato vorrei realizzare un nuovo albergo popolare intitolato a Giorgio la Pira».

Una scelta nello spirito della tradizione fiorentina... «Mi piacerebbe che Firenze diventasse la città dove ogni povero possa sempre avere un letto e un tetto. Al proposito voglio esprimere il mio profondo dolore per la morte di Dimitru».

Visto che siamo a parlare di futuro, cosa porterà il 2020 ai fiorentini? «Intanto un nuovo regolamento urbanistico. Al proposito voglio chiedere alla Regione di cambiare la norma sulle locazioni turistiche».

Perché? «Per permettere ai sindaci di autorizzare o meno il cambio di destinazione da residenza a locazione turistica breve, arginando così il proliferare selvaggio di airbnb. Non solo».

Dica. «Abbiamo pronto un piano per sostituire 10.000 vecchie caldaie abbattendo i costi per il cittadino».

Come farete? «Con un fondo apposito che consentirà al Comune di rimborsare chi cambierà una caldaia più vecchia di 15 anni. Saremo i primi in Italia a farlo».

Un investimento nel nome dell’ambiente. «L’ambiente è la sfida del secolo e noi dobbiamo esserne protagonisti. Il 2020 vedrà anche a Firenze la prima stazione di idrogeno per lanciare l’avvio dei veicoli con questo propulsore».

Il 2020 registrerà anche l’inizio dei lavori della tramvia. «Mi auguro di poter cominciare i lavori della variante Libertà- San Marco a luglio di quest’anno e quelli verso Bagno a Ripoli entro la fine del 2020».

A Gavinana molti residenti sono già sul piede di guerra. «Dico loro di vedere cosa abbiamo fatto in questi 5 anni. La più bella soddisfazione è sentire tanti fiorentini prima contrari alla tramvia aver cambiato idea dopo averla vista in funzione. Sarà così anche a Gavinana».

Sullo stadio che succederà? «Entro gennaio pubblicheremo il bando per vendere l’area Mercafir, poi mi sono preso l’impegno di confrontarmi con la città e con le migliori professionalità italiane per disegnare la nuova vita del Franchi».

Sul tema Franchi è stato contestato anche da dentro il Pd. «Ciò che non capisco è una polemica ora sul futuro del Franchi dopo che la città da 20 anni chiede un nuovo stadio. Dov’erano questi signori in questi 20 anni?».

Per vendere l’area Mercafir la commissione ha stabilito il prezzo in 22 milioni. Però Commisso... «Guardi, d’ora in poi non posso esprimermi sul tema perché commetterei un’illegalità. La Mercafir non è mia ma dei fiorentini e io ho il dovere di tutelare il patrimonio pubblico e valorizzarlo secondo le regole».

Davvero non ci sono altre aree comunali dove poter realizzare uno stadio? «Io non ne vedo. E poi...»

E poi? «Io non accetto l’idea che la Mercafir sia vista come un ripiego. E’ un’area perfetta raggiungibile con qualunque mezzo di trasporto pubblico e privato».

A proposito di Commisso: qual è la differenza più evidente con Diego Della Valle? «Il carattere. Della Valle è una persona più riservata, meno loquace. Commisso è più espansivo e pure più loquace».

Un marchigiano e poi un americano alla guida della Fiorentina. E’ i fiorentini? «E’ una lunga storia e la domanda andrebbe allargata alla città nel suo complesso: i più grandi investimenti arrivano tutti da altre parti d’Italia e dall’estero».

E’ una critica all’imprenditoria locale? «No. Credo però che questa possa ritrovare coraggio guardando a ciò che qui stanno facendo gli investitori stranieri».

Vede altro per il 2020? «Vedo la ripresa dei lavori per la stazione Foster e l’Alta velocità, sono pronto a scommettere».

Nel 2020 ci saranno anche le elezioni regionali e il suo partito ha candidato Eugenio Giani come governatore... «Una scelta giusta. Giani è una persona che ha dimostrato di amare e conoscere il territorio toscano. Troppe volte i politici pensano di fare politica dai palazzi, io ho sempre visto Eugenio in mezzo alla gente».

Come sindaco ha già chiamato a raccolta altri sindaci. «E’ lo farò di nuovo a inizio febbraio con Giani per scrivere insieme il capitolo per le città toscane nel programma di mandato. Poi a marzo in sala rossa chiamerò 1000 persone per dare sostegno alla candidatura».

Una sfida vitale per il Pd. «Da Firenze e dalla Toscana passerà ancora una volta il futuro di tutti i democratici. Se le pare una sfida da poco...».

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