Renzi e super Draghi: "Con lui campioni d'Europa"

Tanta gente alla presentazione dell’ultimo libro dell’ex presidente del Consiglio alle Serre Torrigiani a Firenze. "La crisi di governo era necessaria per cambiare passo sui vaccini e sul futuro"

Matteo Renzi a Firenze (foto Gianluca Moggi/New Pressphoto)

Matteo Renzi a Firenze (foto Gianluca Moggi/New Pressphoto)

Firenze, 18 luglio 2021 - Il Pd? La sesta stella dei grillini. Orlando? Un gerundio diventato ministro. E poi Rocco Casalino, credibile quanto l’oroscopo di Paolo Fox nel 2020, quando disse che avremmo viaggiato tutti molto. Ce n’è per tutti, per «l’incapacità cosmica di Bersani» nel negoziare il candidato alla presidenza della Repubblica, ma soprattutto per Giuseppe Conte, che a detta di Renzi fonde l’Onu con la Nato. Ma del resto il Matteo affossatore di governi non è tipo che le manda a dire dietro. Così, col suo piglio istrionico e sagace, le ha messe tutte nel suo ultimo libro che già col titolo dice tutto “Controcorrente“, edito da Piemme e presentato domenica sera alle Serre Torrigiani, insieme alla direttrice de La Nazione, Agnese Pini.

Il segretario di Italia Viva giocava in casa, con un pubblico di amici e simpatizzanti che non hanno lesinato cori da stadio. Ma in effetti, quando ci si mette Renzi è simpatico, specialmente quando dice cattiverie da inferno dantesco. Tipo: «Secondo me nel 2013 neanche Dario Nardella, all’epoca in Parlamento, ha votato per Prodi presidente della Repubblica. Lui si arrabbia quando lo dico, ma resto della mia idea...». Ma è soprattutto Conte il bersaglio prediletto: «Un uomo che aveva abbracciato il pensiero di Marx, inteso come Groucho Marx, non Karl: ’Ho i miei principi. Se non vi piacciono, ne ho degli altri».

E poi quella verità su “Enrico stai sereno“. Nel libro racconta chi siano stati i veri congiurati di Letta: «Più che sereno, si doveva dire stai Speranza...». Ma l’«uccisore» di premier è ancora ben fiero del suo delitto: «All’inizio del 2021 abbiamo aperto una crisi di governo in piena pandemia - ammette –. Ci hanno definito pazzi e irresponsabili ma noi pensavamo giusto e necessario per l’Italia cambiare passo sui vaccini, sull’economia, sul futuro. Oggi sono più convinto di prima. L’ho fatto e lo rifarei, dunque, senza alcun dubbio. Perché l’Italia con Draghi è più forte, è stato come il gol parato da Donnarumma. Ci ha fatto diventare campioni d’Europa». Applausi a scena aperta.

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