Pannella e Firenze: da Pasolini a Sollicciano. E quella pernacchia a Natta

Il rapporto stretto tra il leader radicale (scomparso a 86 anni) e il capoluogo fiorentino. Il cordoglio di Nardella e di Rossi

Marco Pannella durante una delle sue visite a Sollicciano (Germogli)

Marco Pannella durante una delle sue visite a Sollicciano (Germogli)

Firenze, 19 maggio 2016 - "Voi non dovete far altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare". Così, Pier Paolo Pasolini concludeva il suo messaggio al congresso del Partito Radicale  a Firenze nel novembre del 1975, uno dei tanti appuntamenti fiorentini che hanno segnato la vita di Marco Pannella, lo storico leader radicale scomparso all'età di 86 anni. Quel messaggio, in realtà, non fu letto da Pasolini, perché il grande regista e scrittore era stato assassinato due giorni prima. Firenze, comunque, ritorna spesso nella vita di Pannella: dalle frequenti visite durante gli anni dell'Università (per motivi mai svelati) fino ai tanti congressi tenuti a Firenze. E poi le visite a Sollicciano e alle assemblee dell'associazione radicale "Andrea Tamburi", intitolata al dirigente radicale fiorentino ucciso in Russia in circostanze mai chiarite. Per non dimenticare  l'impegno per la chiusura degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) a partire da quello di Montelupo Fiorentino.

Messaggi di cordoglio sono stati affidati ai social network dal sindaco di Firenze, Dario Nardella ("Combattivo coerente e appassionato. Il più bel ricordo che ho di lui è l'impegno per la moratoria sulla pena di morte") e dal presidente della Toscana, Enrico Rossi ("L'impegno politico di Pannella ha indubbiamente segnato il Paese. Tante le sue battaglie, le sue provocazioni su temi di grande sensibilità civile e umana che troppo spesso vengono relegati in secondo piano").

Così, l'impegno nazionale e transnazionale di Pannella si è spesso declinato in iniziative varie a Firenze: impegno per i diritti civili, il divorzio, l'aborto, l'obiezione di coscienza, la lotta contro la fame nel mondo e quella contro la pena di morte, il diritto al testamento biologico e quello alla conoscenza. Un impegno per la difesa dei diritti degli ultimi, dei discriminati: dagli omosessuali agli immigrati.

Per Firenze, Pannella aveva una preoccupazione: "La sua fissazione era sempre quella di una sede stabile a Firenze dell'associazione, ce lo ha ripetuto fino all'ultimo", ricorda Massimo Lensi, dirigente dell'associazione "Tamburi" che, insieme ad altri compagni (Grazia Galli, Maurizio Buzzegoli, Emanuele Baciocchi, Marco Di Salvo, Carolina Bonechi) ha visitato Pannella a marzo, quando già la malattia lo aveva costretto a casa, circondato ogni giorno da amici e compagni, da esponenti politici (Renzi e Berlusconi, tra gli altri) ma anche gente comune che gli portava doni, cibo, dolci. "Anche noi gli abbiamo portato dei regali - dice commosso Lensi - tra questi una delle solite cravatte dai colori sgargianti e improbabili che lui amava e le introvabili sigarette Celtique Caporal". Un incontro "bello e commovente" dice Lensi.

Lensi, da una vita nel Partito Radicale ha molti ricordi del leader storico: "Ha cambiato la mia vita, l'esperienza radicale è cominciata per me molto giovane. Ricordo la bellissima avventura tutto il gruppo dell'associazione Ernesto Rossi con Andrea Tamburi,  Vincenzo Donvito, Sandro Ottoni e tanti altri, all'alba del transnazionale della grande intuizione di Marco Pannella. Poi, negli ultimi anni le tante visite al carcere di Sollicciano, ci eravamo andati insieme anche lo scorso Natale, pochi mesi fa. Qualche anno fa organizzammo un consiglio provinciale dentro il carcere. Lui arrivò per ultimo, come un attore consumato e fu un ingresso trionfale, con le urla dei detenuti che lo abbracciavano e lo baciavano e lui che fece un intervento dicendo loro: 'Vi voglio bene".

Il primo vero incontro tra Lensi e Pannella fu, manco a dirlo, in un'occasione politica, ma con un risvolto divertente e burlesco che solo Pannella poteva regalare. "Eravamo al congresso del Partito Repubblicano, a Firenze. era il 1987. Io ero seduto accanto al segretario del Pci, Alessandro Natta, più avanti c'erano Pannella e Giovanni Negri. Pannella chiese a Negri (allora segretario del Partito Radicale) chi fosse quel ragazzo seduto accanto a Natta. 'E' un radicale', rispose Negri. Allora Pannella si girò e fece una pernacchia a Natta dicendogli: "Aò, sei seduto accanto a un radicale!".

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