"Conte difensore di Stamina? Chiarisca su scienza e ricerca"

Pd all'attacco sul premier designato. Difese il diritto della piccola Sofia di ricorrere al metodo Stamina. La mamma di Sofia: "Non è corretto dire che Conte sostiene Stamina"

Giuseppe Conte con Luigi Di Maio (Ansa)

Giuseppe Conte con Luigi Di Maio (Ansa)

Firenze, 22 maggio 2018 - "Il professor Giuseppe Conte, indicato come premier da M5s e Lega, sarà sconosciuto nel campo della politica ma lo è meno in quello della cronaca: fu lui, infatti, a difendere il diritto della piccola Sofia, affetta da leucodistrofia metacromatica e purtroppo morta lo scorso anno, a curarsi con il metodo Stamina, metodo di Davide Vannoni che fu poi riconosciuto come truffa e vietato dai tribunali, dopo essere stato bocciato dalla comunità scientifica". Lo scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, spiegando che "allora, Conte faceva il suo mestiere di privato avvocato ma oggi si prepara a diventare il presidente del Consiglio di tutti gli italiani, compresi tutti quelli truffati dal metodo Stamina e da altri tipi di similari bufale in campo medico".

"Non ritiene, dunque, Giuseppe Conte, di dover chiarire la sua posizione in merito ai temi della scienza e della ricerca, anche alla luce del suo sostegno alla fondazione 'per la libertà di cura', come scrive 'Il Manifesto'?. Cosa pensa - prosegue Anzaldi - il futuro premier, ad esempio, dei no vax e del decreto sull'obbligatorieta' dei vaccini? Crediamo che una spiegazione e un chiarimento siano doverosi e necessari e siamo certi che lo ritenga doveroso anche lui: perché tutto ciò che fino a ieri è stato confinato nella sua legittima attività privata oggi diventa tema, e interesse, pubblico".

LA MAMMA DI SOFIA -  "Il professor Conte dimostrò una grande sensibilità alla causa di Sofia perché non volle nulla in cambio, lo fece pro bono, perché penso si sentisse toccato dalla vicenda avendo anche lui un figlio più o meno della stessa età». Così Caterina Ceccuti, madre della piccola della piccola Sofia, la bambina 'farfalla' scomparsa nei mesi scorsi e divenuta simbolo della lotta per le staminali, ricorda l'impegno di Giuseppe Conte che seguì il caso come avvocato dei genitori.

"Nel 2013 - ricorda la madre - Conte è stato il legale di Sofia per alcuni mesi. Prese in mano il caso quando avevamo già perso la causa a Firenze e cercavamo di nuovo l'accesso alle cure compassionevoli dell'istituto di Brescia attraverso il tribunale di Livorno. Noi  siamo arrivati a lui tramite una comune conoscenza, un collega che ci consigliò  il professor Conte per prendere le difese di nostra figlia. Conte accettò per il fatto che la cura era regolarmente somministrata da un ospedale pubblico, e che c'erano le basi per la continuità terapeutica: la bambina aveva già iniziato la terapia".

"Conte - ha precisato Caterina Ceccuti  - ha seguito il caso di Sofia da un punto di vista tecnico-professionale: resosi contro che c'erano tutte le caratteristiche per cui un professionista si prendesse cura del caso, accettò. Arrivare a dire che lui sostiene Stamina non è corretto, e una cosa che non rispecchia nemmeno  lontamente la realtà". 

"Per quanto riguarda poi le voci sul presunto legame di Conte con l'associazione Onlus Voa Voa, per la promozione della ricerca per malattie rare e incurabili - ha aggiunto la mamma di Sofia -  smentisco e faccio chiarezza: quando lui si è opccupato di Sofia era il 2013: allora esisteva  semplicemente un comitato che avrebbe voluto trasformarsi una fondazione grazie anche a grandi nomi che avrebbero dato volentieri il loro appoggio, ma la trasformazione in una fondazione sarebbe stata lunga e complicata. Io mio marito olevamo avere prima possibile la libertà di movimento  e  allora abbiamo deciso di far nascere un'associazione,  che ha tempi più rapidi di realizzazione. Infatti nel 2014 è nata l'associazione onlus Voa Voa. Conte non è tra i cofondatori".

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