Fabiani (PD): alleanza con M5S è strategica, no a revisioni di linea

Intervista con il vicesegretario (zingarettiano) del partito Democratico della Toscana, atteso lunedì da una direzione che si annuncia particolarmente delicata

Valerio Fabiani con Nicola Zingaretti  (foto tratta da pagina personale FB)

Valerio Fabiani con Nicola Zingaretti (foto tratta da pagina personale FB)

Roma, 13 febbraio 2021 - Magari non sarà proprio la 'notte dei lunghi coltelli', ma di certo la  riunione della segreteria regionale del Partito Democratico convocata per lunedì 15 si annuncia di quelle belle toste, a poche ore dal varo del Governo Conte, mentre impazza la polemica sull'eventuale candidatura del Presidente del Consiglio uscente nel seggio elettorale lasciato vuoto da Pier Carlo Padoan in quel di Siena. E  mentre più di qualche big del partito, chiede o suggerisce che si avvii una fase congressuale.

Ne abbiamo parlato con Valerio Fabiani, vicesegretario regionale, esponente dell'ala zingarettiana che, a differenza di quanto avviene a Roma, qui non ha la maggioranza. 

"Sul Congresso -dice Fabiani- io  la penso come Zingaretti, mi pare un po' da 'marziani' pensate che nelle ore difficili,  in cui si cerca di uscire da una crisi di governo sciagurata, che noi non abbiamo voluto, da con la costrizione di un nuovo Governo, in piena pandemia, si possa anche solo  immaginare l'apertura di una fase congressuale. Così come io non so se la candidatura del presidente Conte nelle suppletive per i collegio di Siena, sia la migliore possibile: mi pare un discorso ancora prematuro. Piuttosto sono molto preoccupato ci una cosa...

Quale?

Sono preoccupato  quando vedo chi si utilizza  questa vicenda delle suppletive in maniera strumentale per  colpire una linea politica che è stata  condivisa e votata all'unanimità nella nel Partito Democratico  a livello nazionale. E  che, tra le altre cose, mi pare  si stia dimostrando vincente. Perché  la votazione che si è conclusa solo poche ore fa sulla piattaforma Rousseau,  che ha visto il si al governo prevalere nettamente, ci dice che il patto dei progressisti, PD/LeU/M5S,   su cui il nostro partito   ha investito uscendo da un isolamento profondo nel quale si era pericolosamente cacciato solo pochi anni fa,  è un patto che regge anche prova di una crisi di Governo non semplice, come quella che abbiamo attraversato. E che rappresenterà  l'asse principale anche della maggioranza che sostiene il governo Draghi.

Ma non c'è il pericolo che nel Pd, soprattutto Toscano, la vicenda Conte e quella strategica delle alleanze, facciano detonare una situazione in cui certe fratture non sono mai state sanate, come appunto la questione del rapporto con i Cinquestelle? 

Ripeto:  questa linea politica è stata  votata più volte all'unanimità all'interno della direzione del Partito Democratico. Direzione dove,  come è noto , non sediamo solo io, Nicola Zingaretti. o Andrea Orlando. Ci sono anche tutti glia altri. A partire  da  alcuni di quelli che vedo,  soltanto ora, mettono  in discussione quella proposta. Però, in politica ci sta, basta agire nella chiarezza: io penso che sia un valore essere usciti da quell'isolamento, creando  un campo largo di forze progressiste, ambientaliste, europeiste

Però alle elezioni Toscane, che alcuni portano come esempio virtuoso, le alleanze erano altre...

Beh, la Sinistra era con noi, anche se non tutta, con una lista che ha ottenuto anche un bel risultato e che non ha caso  il presidente Giani ha valorizzato con un assessorato. Ricordo poi che abbiamo iniziato quel viaggio anche tentando di coinvolgere il  Movimento 5 Stelle. Non ci siamo riusciti con i dirigenti, ed infatti non è  è arrivata un alleanza elettorale. Ma credo che invece ci siamo riusciti con l'elettorato grillino che, come dimostra l'analisi dei flussi,  di fronte all'alternativa tra esprimere un voto di testimonianza o scegliere  tra Ceccardi e Giani, hanno in larga parte  scelto Giani  e il centro sinistra

Però il Governo Draghi sta cambiando gli equilibri anche all'interno dei vari partiti. Il voto che lei citava sulla piattaforma Rousseau ha quasi spaccato a metà il movimento 5 Stelle: non c' è il pericolo che voi inseguiate un'alleanza con un elettorato che, in una buona parte,   invece guarda verso  altre direzioni?

Io credo invece  che sia sia sempre strategica,  perché alle elezioni noi dobbiamo competere con  quella che è  probabilmente la destra più pericolosa che la mia generazione ha mai conosciuto. E il PD vince se non si isola. Noi dobbiamo aggregare le forze che sono alternative alla destra. In questo caso, per altro, si tratta di forze che hanno condiviso con noi un' esperienza di Governo importante. Cosa non secondaria che ha cementato  ulteriormente i rapporti. Io penso che tanti dei nostri elettori giudichino positivamente anche questo. Così come in passato ci hanno più volte rimproverato le divisioni all'interno del centrosinistra, credo che oggi molti apprezzino questa unità delle forze progressiste. 

 

 

 

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