Dario Nardella
Firenze, 25 maggio 2019 - Dario Nardella, 43 anni, sindaco di Firenze dal 2014, si candida per un secondo mandato a Palazzo Vecchio. «Non mi sono mai tirato indietro di fronte alle sfide. Ho fatto il sindaco con la convinzione che sia sempre meglio fare le cose piuttosto che rimanere fermi per paura di scontentare qualcuno»
Nardella, cos’è cambiato oggi rispetto a 5 anni fa? «La città è cambiata moltissimo: le nuove tramvie, venti piazze riqualificate, la mobilità elettrica, il car sharing, il bike sharing, la riqualificazione di alcuni immobili abbandonati come lo Student Hotel, la caserma Cavalli, palazzo San Firenze».
Ieri è finita la lunga corsa della campagna elettorale. E’ stanco? «No perché ho fatto la campagna elettorale in mezzo alla gente e sento che i fiorentini mi stimano e mi seguono: questo mi dà energia».
Ci dica una cosa memorabile della sua campagna. «Ho incontrato tantissimi giovani, fuori dalle scuole, nelle università, nelle associazioni, nelle palestre. Grazie anche al loro impulso ho lanciato per i prossimi anni obiettivi sfidanti sull’ambiente: 75% di raccolta differenziata, invasione di verde nelle periferie, trasporto pubblico».
Perché non ha voluto confrontarsi col suo principale competitor? «In realtà mi sono confrontato già due volte e mi è bastato per capire la differenza tra le mie proposte e quelle degli altri. Quasi tutti i miei avversari hanno passato l’intera campagna elettorale a criticare me invece di avanzare soluzioni e proposte per Firenze».
Sicurezza, traffico, mobilità: in cosa si differenzia dai suoi avversari? «Io sono per le infrastrutture: sì alla nuova posta dell’aeroporto, sì all’alta velocità e al sistema ferroviario metropolitamo, sì al completamento delle tramvie. Sulla sicurezza ho un’idea alternativa: punto sulla cittadinanza attiva e sui vigili di quartiere diffusi in tutto il territorio».
La preoccupa più la domenica elettorale o la domenica calcistica? «Mi preoccupa più quella calcistica perché per la Fiorentina non c’è appello, mentre per quella elettorale posso sempre vincere al ballottaggio».
Quindi non ha paura del ballottaggio. «No, ma non ho neanche paura di dire che la vittoria al primo turno è alla nostra portata».
Bocci ha puntato la sua campagna elettorale sulle periferie, dicendo che la sua amministrazione le ha trascurate. «Bocci ha aperto la campagna elettorale all’Isolotto, che non è periferia, e l’ha chiusa in pieno centro. Io non ho bisogno di lanciare slogan sulle periferie perché per 5 anni ho lavorato alla rinascita delle zone meno centrali con le tramvie, la riqualificazione delle piazze, le riasfaltature, la nuova illuminazione a Led, nuovi parchi come il Mensola e Torcicoda».
Qual è la prima cosa che farà se sarà rieletto? «Metterò insieme tutti i tecnici per studiare un piano dettagliato di tempi e modalità per completare le tramvie in modo che ci siano meno disagi possibili per i cittadini».
Ieri ha fatto visita al Papa. Invoca la benedizione celeste come Salvini? «Sono stato dal Papa per i 600 anni dell’Istituto degli Innocenti, ente laico che da sempre si occupa di accoglienza, creato come luogo del bello su progetto di Brunelleschi per i bambini meno fortunati».
Perché io dovrei votare Dario Nardella? «Credo di essere stato un amministratore onesto, competente, sempre presente. Non mi sono mai tirato indietro di fronte alle sfide. Ho fatto il sindaco con la convinzione che sia sempre meglio fare le cose anche a costo di sbagliarne alcune piuttosto che rimanere fermi per paura di scontentare qualcuno. Non mi sono mai sottratto al confronto, alla discussione, ho sempre messo la faccia di fronte ai problemi scegliendo la strada del dialogo e dell’ascolto perché i fiorentini vogliono sentirsi protetti e guidati da un sindaco concreto e innamorato della sua città».
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